Un primo trailer imminente?

Vista la situazione attuale a Hollywood, verrebbe da chiedersi: ma il primo trailer del prossimo Ghostbusters quando arriverà? In assenza attualmente di informazioni ufficiali, possiamo solo fare delle ipotesi che condividiamo con voi.

Cosa abbiamo visto ufficialmente finora? Solo questo:

https://twitter.com/Ghostbusters/status/1666822408949596168

E cosa sappiamo? Il film è stato completato a fine giugno dopo novantatré giorni di riprese principali a Londra, e quelle secondarie a New York; durante il Ghostbusters Day dello scorso 8 giugno, la Sony ha pubblicato il primo teaser poster che rivela una possibile ambientazione glaciale; sappiamo che tornerà tutto il cast del precedente Legacy, più alcune novità; l’azione principale si svolgerà a New York; il titolo di lavorazione è “Firehouse”, ma probabilmente avremo un nuovo titolo definitivo; un primo montaggio è stato completato in tempo per il primo screening per il regista Gil Kenan e il co-sceneggiatore e produttore Jason Reitman; l’uscita del film è prevista per il 29 marzo 2024. Solitamente, la promozione cinematografica prevede l’uscita di un primo trailer sei mesi prima dell’uscita ufficiale, esattamente come accadde per il precedente Legacy: previsto per le sale nel luglio 2020, il primo trailer uscì nel dicembre del 2019. Ma come ricordiamo, a causa della pandemia il film fu distribuito solo nel novembre del 2021; e anche questa volta, la situazione non è delle migliori. Lo slittamento da dicembre a marzo a causa del blocco produttivo dovuto allo sciopero è caduto proprio quando mancavano otto mesi all’uscita del film. Seppure ora siamo nei tempi soliti di una uscita di un trailer, il sindacato parla chiaro, gli attori non possono partecipare a eventuali reshoot o doppiaggi, compromettendo la possibilità di montare un trailer per il quale spesso il doppiaggio è necessario. Ora, a prescindere se lo sciopero non sarà risolto entro la fine dell’anno dovremo aspettarci un nuovo rinvio, torniamo alla domanda principale: quando potrebbe uscire un trailer o una anticipazione del film?

La ipotesi più realistica è verso la fine di ottobre, periodo solitamente proficuo per il marketing di Ghostbusters grazie ad Halloween, o entro il Giorno del Ringraziamento (che quest’anno cade il 23 novembre), fase vacanziera molto importante negli Stati Uniti. Se non dovessero essere necessari voice over, Gil Kenan potrebbe realizzare un teaser trailer per rivelare almeno il titolo definitivo e qualche immagine in anteprima, mentre un trailer significativo potrebbe essere distribuito durante il Super Bowl dell’11 febbraio 2024. Incrociamo le dita – ma non i flussi…lo sapete già…

IL CAST TECNICO

Secondo l’IMDB, alcuni nomi possiamo confermarli e non mancano le sorprese. Riconfermati il direttore della fotografia Eric Steelberg e il montatore Nathan Orloff, affiancato dal collega Shane Reid, mentre i supervisori nel reparto degli effetti speciali visivi sono due grosse novità: Geoffrey Baumann e Eric Brevig. Mentre Eric ha nel curriculum un premio Oscar e film del calibro di Men in Black, Pearl Harbor, e il reboot di Ghostbusters come consulente, il collega Baumann ha lavorato negli ultimi dieci anni per la Marvel, con Iron Man 3, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Civil War, Avengers, Age of Ultron, Doctor Strange, Black Panther (per il quale ha vinto il Bafta). E riconfermato anche il make-up artist del film, Arjen Tuiten, che proprio ieri ha condiviso il teaser poster del film nel suo profilo Instagram:

Oggi primo test screening del nuovo film di Ghostbusters!

Un aggiornamento sulla lavorazione del nuovo film di Ghostbusters, sequel di Afterlife e noto con il nome di lavorazione Firehouse, è giunto ieri sera durante la presentazione della proiezione della copia lavoro del primo film del 1984, a Londra: introdotta da Jason Reitman al Prince Charles Cinema, alla proiezione si è presentato anche Gil Kenan, regista e co-sceneggiatore del nuovo film, spiegando al pubblico il motivo della presenza dell’americano Reitman nel Regno Unito, oltre alla serata dedicata al film diretto dal padre Ivan. Jason e Gil, per inciso, saranno questa mattina impegnati alla visione della primissima copia lavoro di Firehouse, segno inequivocabile che la lavorazione è andata avanti abbastanza da completare un montaggio provvisorio per la post-produzione, nonostante a Hollywood le attività si sono fermate a causa del doppio sciopero sceneggiatori e attori. Kenan ha scherzato con il pubblico dicendo “Dovremmo proiettarlo stasera?”, ottenenendo una reazione del pubblico calorosa, come potete vedere nel video qui sotto riportato.

Il sequel di Ghostbusters, il quarto film della saga, arriverà nelle sale il prossimo 29 marzo 2024, e ha un ricco cast composto da Paul Rudd, Carrie Coon, Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Logan Kim, e Celeste O’Connor, più gli “originali” Ernie Hudson, Bill Murray, Dan Aykroyd, e Annie Potts, e i nuovi membri del franchise Kumail Nanjiani, Patton Oswalt, James Acaster, e Emily Alyn Lind.

Sony pubblica un corto di Ghostbusters con tecnologia realtime!

Lo scorso 15 agosto la Sony ci ha fatto un regalo notevole, pubblicando un video di un incontro organizzato con Ghost Corps, Pixomondo, PlayStation Studios, e Epic Games con, fra gli altri, il regista di Ghostbusters: Afterlife Jason Reitman, con lo scopo di mostrare le nuove tecnologie per gli effetti speciali e la post-produzione cinematografica. Il progetto si avvale di una motion capture per filmare le riprese degli effetti visivi in tempo reale e fornendo ai registi opzioni di narrazione più accessibili, come ha spiegato lo stesso Reitman: “Tutto ciò che vogliamo come registi è avere più tempo e più spazio. È l’idea di poter essere sul set e poter stabilire l’ora del giorno, dirigere il mio attore e non preoccuparmi dell’ora di punta o del tramonto. Avere il controllo dell’ambiente in questo modo ha davvero cambiato la mia visione di ciò che era possibile”. A dimostrazione di questa tecnica, per esercizio di stile Reitman ha girato un cortometraggio di pochi minuti con una Ecto-1 che affronta un mini Stay-Puft (gigante!) nelle strade di New York, impiegando un solo giorno di riprese e post-produzione. Reitman ha paragonato la produzione alle recenti riprese della seconda unità del prossimo sequel di Ghostbusters: “Se stiamo girando a New York, come abbiamo appena fatto per l’ultimo film di Ghostbusters, si pensa a quante riprese si possono fare in un giorno, e a New York sono pochissime perché la portata è molto limitata a causa del flusso di traffico e pedoni. Ogni tanto bisogna lasciar passare il traffico. Ci sono così tanti ostacoli alle riprese, e sai, sei fortunato se riesci a fare sei o otto riprese in un giorno, e qui abbiamo girato tutto. Come tutto quello che avete appena visto, l’abbiamo fatto in un giorno”.

Il risultato, di uno strabiliante realismo, da l’idea delle possibilità tecniche che ricordano in parte i video dimostrativi contenuti nei videogame (non a caso Playstation è partner del progetto), ma con la differenza fondamentale che si ottiene girando in tempo reale e con tempi di lavorazione brevissimi. Per coloro che vogliono vedere l’intera conferenza, cliccate qui sotto, il corto è al minuto 7:27.

“Ghostsmashers” e il multiverso incompreso

Da diversi giorni circola un poster che riportiamo qui sotto assieme ad altre immagini, e i commenti sono andati fuori controllo. Il più gettonato, “è fake”. Ma in verità, dire che è un falso è la cosa più ovvia e permetteteci di dire sbagliata da dire in questo caso: basta andare nel post originale di Instagram e scoprire che l’ha realizzata un artista di nome Ivo Mulder, specializzato in “multiversi”. Quindi è volutamente un “fake” o comunque una immagine alternativa del film Ghostbusters riallacciandosi ad alcuni elementi storici dello sviluppo del film a cominciare dalla prima bozza scritta da Dan Aykroyd e intitolato appunto “Ghostsmashers”.

 

La didascalia descrive quello che succede in questo alternativo Ghostbusters: “nel 1981, “Ghostsmashers” di Ivan Reitman era quasi completato quando John Belushi purtroppo morì e la produzione fu interrotta per alcuni mesi. Quando le riprese ripresero, Eddie Murphy, John Candy e Paul Reubens non poterono riprendere i loro ruoli a causa di altri obblighi contrattuali (rispettivamente per Beverly Hills Cop, Splash e Pee-Wee’s Big adventure). I loro ruoli vennero rimpiazzati e il film venne terminato come “#Ghostbusters”. Il materiale promozionale è emerso dagli archivi della Columbia Pictures. Non abbiamo nessuna paura dell’AI!”

AI: intelligenza artificiale. Multiverso, non fake, eppure Doctor Strange lo avevamo visto tutti, no?

E per la gioia di chi vorrebbe per forza precisare le informazioni riportate nella didascalia, raccontiamo volentieri la vera genesi di Ghostsmashers.

Background

Alle origini del primo copione, c’era Dan Aykroyd e la sua passione per i fantasmi, cresciuta con l’influenza degli studi sull’argomento del nonno e del padre. “Avevo lasciato il Saturday Night Live nel 1979”, disse, “e stavo leggendo di fisica quantistica e parapsicologia. Ho iniziato a pensare a tutte quelle vecchie commedie di fantasmi dei Bowery Boys, Bob Hope, Gianni e Pinotto”. Nel 1980 e nel 1981 aveva girato due film con John Belushi, suo partner da tempo e metà dei Blues Brothers: l’ultimo film, “I vicini di casa”, era andato sotto le aspettative e si decise di dividere la coppia per dedicarsi a film solisti, in attesa di progetti migliori. Belushi va però sotto pressione, e ha una pesante ricaduta nelle droghe. Dan aveva cominciato a sviluppare un’idea su una squadra che acchiappa i fantasmi per girarlo con John, e ridargli la fiducia perduta. Come ha spesso raccontato, quando gli telefonarono della morte del suo amico nel 1982, Dan stava scrivendo una frase del personaggio che Belushi avrebbe dovuto interpretare.

Con le dovute ragioni, Dan abbandonò momentaneamente l’idea. Nell’aprile del 1982, sulla stampa si parlò di una ripresa del progetto per la Universal con Richard Pryor, e a dicembre il nome di Pryor fu sostituito con quello di Bill Murray. Intanto lo script di Ghostsmashers era pronto alla ricerca di un regista.

Le premesse del primo script

Ghostsmashers (letteralmente, “Gli schiaccia fantasmi”) era ambientato nel futuro, esattamente nel 2012. “Nella sceneggiatura originale di Dan”, disse Harold Ramis, “ricordo che c’era un piccolo prologo in cui si diceva che le onde elettromagnetiche di un forno a microonde avevano fatto un buco nel nostro involucro di realtà, e che spiriti ed entità dall’altro lato entravano nella nostra realtà attraverso questi buchi, il che era fantastico. La sceneggiatura di Danny iniziava con gli Acchiappafantasmi già in attività. Gli eventi paranormali si verificavano in tutta New York e gli Acchiappafantasmi erano una sorta di franchise già affermata”. In questa versione un gruppo di cacciatori di fantasmi viaggiava attraverso il tempo, lo spazio e altre dimensioni per affrontare i fantasmi. I protagonisti di questa storia erano Stantz, Venkman e Ramsey, ma nella bozza non c’era scritto nulla che differenziasse i personaggi fra loro: erano i “buoni” di una organizzazione che aveva anche squadre di “cattivi”. Un fantasma chiamato “testa di cipolla” era già presente, ma il fulcro della storia era una voragine che si apriva nel New Jersey rendendola un gigantesco inferno. Fra le entità catturate, c’era il terror dog Zuul. In qualche modo era tenuto prigioniero da Shandor, il datore di lavoro dei Ghost Smasher (sì, esatto!). Ma Zuul era l’animale preferito di Gozer, l’onnipotente dominatore della sesta dimensione, che non si sarebbe fermato davanti a nulla per recuperarlo. Fra le varie manifestazioni di Gozer, verso metà della storia, era già previsto lo Stay Puft. Come si legge in un paragrafo del libro “Making Ghostbusters” (1985), “una delle prime cose ad essere eliminate è stato l’intero finale della bozza originale di Aykroyd: una serie di eventi che culminavano con i tre acchiappafantasmi trasportati in dimensioni alternative”.

Fra le varie note interessanti, il veicolo degli acchiappafantasmi era un’ambulanza Cadillac del 1975, verniciata di nero e dotata di luci bianche lampeggianti e luci stroboscopiche viola, con un’avanzata capacità di smaterializzazione per consentire alla squadra di eludere la polizia. (per la cronaca, anche quella del 1959 prevista nel copione finale di Ghostbusters, era nera).

Il cast

Aykroyd scrisse questo copione pensando a Belushi, come si è detto, e in seconda battuta a Eddie Murphy. Molte fonti hanno concordato che Murphy, reduce dal successo di 48 ore e di Una poltrona per due, girato con Dan, rifiutò perché impegnato con Beverly Hills Cops, ma è un errore: il progetto non partirà prima dell’aprile del 1984, quando Ghostbusters era in fase di post-produzione. Molto più verosimilmente Murphy era più interessato di aspettare che Beverly Hills Cops venisse confermato per avere un ruolo di totale protagonista, in un periodo di fase di lancio della sua carriera (una mossa astuta, come si vedrà). Altro nome che poi slitterà sarà John Candy, nel ruolo di Louis Tully, ma nella prima bozza di Aykroyd questo personaggio ancora non era stato scritto: tuttavia Dan, che conosceva molto bene Candy dai tempi del Second City, era convinto di averlo nel cast, ma a Ivan Reitman non piacevano i suggerimenti dell’attore sul personaggio, totalmente incentrati su una figura di eccentrico anglo tedesco con forte accento e al seguito di due pastori tedeschi. Secondo il libro “A convenient Parallel Dimension” (2021), di James Greene, Jr., Candy in verità costava parecchio alla produzione, perché era passato da tempo ai ruoli da protagonista. Fu lo stesso Candy ad ammetterlo in una intervista del 1986: all’epoca aveva un contratto con la Disney che gli garantiva 350,000 dollari a film, una cifra che il produttore di Ghostbusters non volle pagare. Comunque Reitman ci guadagnò lo stesso, affidando la parte a Rick Moranis, più economico e disposto a stravolgere il suo personaggio in un nerd.

Sul coinvolgimento di Paul Reubens, recentemente scomparso, ci sono dei dubbi, ma tutte le fonti confermano che fosse una prima scelta dei cineasti coinvolti, fino a quando lo stesso Reitman decise che avrebbe avuto l’aspetto di una maligna femmina dall’aspetto androgino molto contemporaneo.

Il ricordo di Bernie Brillstein

Dal suo libro “Where did I go right?” (1999), Bernie Brillstein, agente di John Belushi e produttore esecutivo di numerosi cult – The Blues Brothers, Ghostbusters, Ghostbusters II, Dragnet e Il rompiscatole, fra questi – racconta secondo il suo punto di vista come si arrivò a Ivan Reitman.

“Danny venne nel mio ufficio al 9200 di Sunset Boulevard e mi disse: «Ricordi la mia idea per quel film? L’ho veramente sviluppata». Per un attimo non ho capito di quale film stesse parlando. Poi mi sono ricordato che aveva lavorato a un’idea per John, Bill Murray e lui stesso. Qualcosa sui fantasmi. Poi John è morto. Ho pensato che avesse dimenticato tutto. Invece, venne in ufficio e mi raccontò la storia di tre professori/scienziati di parapsicologia disoccupati che aprono un’attività di rimozione di fantasmi, intrappolando spiriti fastidiosi, infestazioni e poltergeist in cambio di denaro. Poi si imbattono in un passaggio verso un’altra dimensione attraverso la quale presto irromperà un male incredibile. La loro missione: salvare New York e il mondo. Mi piacque molto. Danny continuò a spiegare l’aspetto e la pericolosità della cosa. «Bernie», disse, «hai presente gli edifici di New York, lungo Central Park, con le gargolle e tutto il resto, come il Dakota… ?». Danny è molto tecnico. Se deve sapere qualcosa, si impegna al massimo e diventa un esperto. Poi disse: «La scena finale è.…» e tirò fuori dalla borsa una foto di Mr. Stay-Puff, l’uomo dei marshmallow, che camminava per le strade di New York. Oggi tutti nel mondo si prendono il merito di Ghostbusters – che in origine si chiamava Ghostsmashers – ma tutto è iniziato con Danny. (Danny ha anche insegnato a Belushi il blues, poi ha lasciato che John continuasse come se l’avesse inventato lui. Se ha trascurato qualcosa nel corso degli anni, è il suo talento di scrittore. Mi piacerebbe che tornasse a farlo.). Poi disse: «Per non rovinare tutto, dammi un dollaro e potrai controllarlo». Capii subito perché Danny aveva detto così. Il mondo del cinema lo spaventava. Ne comprendeva l’infedeltà. Si lasciava sedurre facilmente. Pensava che se mi avesse lasciato “controllare” il progetto, sarebbe stato al sicuro. Aveva ragione. Avrei fatto del mio meglio per evitare che qualcuno si approfittasse di lui. Presi un dollaro dalla tasca, glielo consegnai e diventai il guardiano. Danny aveva già scritto circa sessanta pagine di Ghostbusters. Non scrive le sue sceneggiature in forma standard; più spesso sono risme di dialoghi e appunti. Naturalmente Mike Ovitz era a conoscenza del progetto, così decidemmo di mostrare il materiale a Sean Daniel della Universal. Daniel lo diede a John Landis, a cui all’epoca dava tutto. Landispassò. Non posso dire con certezza cosa sia successo dopo o come, se non che in qualche modo Ivan Reitman, l’eventuale regista, ottenne le pagine. Scommetto che Ovitz fu il tramite, dato che rappresentava anche Reitman. Poi è arrivato a Bill Murray, anch’egli cliente di Ovitz – grazie a me, che avevo organizzato quella piccola presentazione tra i due su richiesta di Ovitz. Anche Bill aveva un legame con Reitman, con il quale aveva lavorato a Meatballs. Poi un altro cliente di Ovitz, Harold Ramis, salì a bordo, e aiutò davvero Danny a dare forma alla sceneggiatura. All’improvviso, Ovitz aveva un pacchetto cinematografico che vendette alla Columbia. Io ho firmato come produttore esecutivo per tenere d’occhio Danny. Venni anche pagato”.

Bernie Brillstein ovviamente non approfondisce l’elemento più complicato della storia che a lui deve aver interessato poco: convincere Ivan Reitman e migliorare l’idea di Dan.

Reitman ricorda: “A quel punto Dan aveva scritto solo quaranta o cinquanta pagine, e francamente non avevo idea di come avrei potuto trasformarlo in un film. Per prima cosa, era ambientato nel futuro – non lontano nel futuro, ma abbastanza lontano – e si svolgeva su una serie di pianeti o piani dimensionali diversi. Ed era tutta azione. C’era pochissimo lavoro sui personaggi. Gli Acchiappafantasmi catturavano fantasmi fin dalla prima pagina, e lo facevano in ogni pagina successiva, senza tregua: un fenomeno soprannaturale dopo l’altro. Alla decima pagina ero esausto. Alla quarantesima o alla cinquantesima pagina, per quanto fossero numerose, contavo il budget in centinaia di milioni di dollari. E non c’erano davvero molte risate. Anche se riuscivo a percepire un atteggiamento comico, l’intera storia era scritta in modo piuttosto serio. Alla fine l’ho messo da parte e me ne sono dimenticato”.

Dan Aykroyd, tuttavia, non mollò la presa. Quando la sceneggiatura fu terminata, il 30 gennaio 1983, la sottopose nuovamente a Reitman, completa di illustrazioni concettuali e di una videocassetta che ritraeva se stesso in un’uniforme basata su una tuta da aviazione e con indosso uno zaino protonico realizzato con polistirolo e vecchi pezzi di radio. Con diversi progetti bloccati in varie fasi di sviluppo, Reitman, desideroso di mettere in produzione un film, decise di dare un’occhiata più da vicino a Ghostbusters.

“Quello su cui mi sono concentrato, rileggendo la sceneggiatura”, disse Ivan, “è stato il concetto iniziale davvero brillante di Dan: l’idea di un gruppo di uomini che lavorano in una vecchia caserma dei pompieri e che rispondono alle emergenze proprio come fanno i pompieri. L’unica differenza è che queste emergenze sono di natura soprannaturale e quindi gli Acchiappafantasmi escono, intrappolano i fantasmi e li imprigionano. Dan aveva ideato questo concetto, aveva studiato l’attrezzatura, l’auto e tutto il resto. Aveva anche pensato all’idea di base del logo degli Acchiappafantasmi: il piccolo fantasma all’interno di un segnale di stop. Era una delle poche cose della bozza originale che mi aveva fatto ridere. Ma mi sembrava che il concetto generale fosse stato diluito dall’ambientazione della storia nel futuro e dall’introduzione di elementi fantasy e di altre dimensioni. Così ho chiamato Dan, abbiamo pranzato da Art’s Delicatessen e gli ho detto cosa pensavo si dovesse fare”.

“Subito dopo il nostro incontro a pranzo”, racconta Aykroyd, “Ivan e io andammo nell’ufficio di Harold Ramis che, come quello di Ivan, si trovava nel lotto dei Burbank Studios. In quel momento, Harold stava leggendo un’altra sceneggiatura che avevo scritto sulla polizia canadese. Gli dissi di mettere da parte quella sceneggiatura e di sostituirla con quella di Ghostbusters. Dopo aver dato un’occhiata alla sceneggiatura e aver ascoltato quello che avevamo da dire per circa venti minuti, disse: «Ok, ci sto»”.

Non solo Ramis avrebbe collaborato alla stesura della sceneggiatura, ma sarebbe diventato anche il terzo acchiappafantasmi. Ramsey diventò Winston, e il suo ruolo fu profondamente cambiato, se non ridotto.

Le stesure completate dalla coppia Ramis-Aykroyd furono tutte scritte durante l’estate del 1983. La prima versione, una totale riscrittura del primo draft, fu completata il 6 giugno 1983. Notevoli cambiamenti al copione sopraggiunsero con la successiva versione del 6 luglio. Al tempo della terza bozza completata il 5 agosto ’83, il film era arrivato molto vicino alla struttura finale, mentre la quarta, del 30 settembre, era una generale rifinitura di quella precedente, con alcune riscritture dovute alle scelte di casting. E a proposito di casting, giusto mettere in chiaro che il ruolo di Egon fu scritto dallo stesso Ramis: fra gli attori inizialmente coinvolti, spesso si leggono nomi come quelli di Steve Guttenberg e Christopher Lloyd, ma questo non corrisponde alla realtà (Lloyd ce lo confermò di persona, anni fa). Documentati invece quelli di Michael Keaton e di Chevy Chase, soprattutto quest’ultimo, che in una intervista del 2012 confermò di non aver fatto il film per sua volontà.

Abbiamo documentato quello che successe quarant’anni fa e di più, omaggiato da questa bellissima immagine che, speriamo, non venga più bollata come “fake” ma un omaggio alle idee matte della Hollywood degli anni ’80.

Andrea Ciaffaroni

Il sequel di “Ghostbusters” slitta al 2024

Alla fine quello che si è ipotizzato, è diventato realtà. La Sony Pictures ha deciso di spostare le date di uscita dei suoi prossimi film, tra cui “Kraven the Hunter” e “Spider-Man: Beyond the Spider-Verse”, e ovviamente il sequel di Ghostbusters: Afterlife, il cui nome in codice è Firehouse. I ritardi sono dovuti ai doppi scioperi sindacali e la lotta SAG-AFTRA (sindacati attori e sceneggiatori) che rende difficile la trattativa al tavolo con i produttori di Hollywood. Il film diretto da Gil Kenan e scritto con Jason Reitman, con una lavorazione serrata conclusa lo scorso 23 giugno, era già in tempi ristretti per uscire come previsto il 20 dicembre 2023, e ora con la situazione attuale lo slittamento è previsto per il weekend di Pasqua del prossimo anno: 29 marzo 2024.

Secondo il calendario delle distribuzioni della Sony, il prossimo Ghostbusters prende la data di uscita di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, slittato a data a destinarsi, mentre “Kraven”, dal 6 ottobre salta al 30 agosto 2024, mentre “Karate Kid” dal 7 giugno bisognerà aspettare il 13 dicembre ’24 per vederlo in sala. Firehouse uscirà lo stesso giorno di “Mickey 17”, prodotto dalla Warner Bros.

Secondo Variety, lo spostamento di distribuzione della Sony non sarà l’unico delle majors hollywoodiane, e ad esempio la Warner Bros sta valutando se spostare “Dune” al 2024. Per quanto riguarda Ghostbusters, l’uscita del 2024 coinciderà con il quarantennale del primo film, un anniversario importante che festeggeremo – caso unico e raro – con un nuovo film.

L’idea abbandonata dei fantasmi…acchiappafantasmi!

La Sony Pictures Animation aveva avuto un’idea divertente, sicuramente originale: trasformare in acchiappafantasmi gli stessi…fantasmi!

E’ quanto si evince dalla ricca galleria di immagini che si trova nel sito di Michael Kurisnky, il geniale production designer dell’animazione con un curriculum che vanta titoli come Hotel Transylvania 2, molti titoli per la Walt Disney Feature Animation, come Il gobbo di Notre Dame, Hercules, Atlantis, Fantasia 2000, Mucche alla riscossa, e oggi nome di punta della Sony Pictures Animation, a cominciare dal primo film dello studio di animazione in computer grafica, Boog & Elliott a caccia di amici, del 2006, come visual development artist, e poi direttore artistico della commedia 3D di grande successo Piovono polpette. Kurinsy ha condiviso anzitutto due concept art interessanti di Ray Stantz e Peter Venkman, e una immagine interessante di quattro curiosi fantasmi diventati ghostbusters, ma non ci troviamo a New York, bensì in un mondo non definito: come si può vedere dall’immagine qui sotto, si intravede un lago di melma verde, e alle spalle del quartetto di mostri acchiappafantasmi c’è un edificio di servizio taxi con il logo “no ghost” e inquietanti attività paranormali nel cielo. Sebbene questa rivisitazione di Ghostbusters probabilmente non vedrà mai la luce, come già riportato in precedenza la Sony Pictures Animation sta attualmente lavorando a un lungometraggio completamente diverso diretto da Jennifer Kluska e Chris Prynoski e scritto da Brenda Hsueh, e una serie Netflix.

La Bron Creative dichiara bancarotta

Brutte notizie da Hollywood. Lo sciopero congiunto del sindacato sceneggiatori, cominciato il 2 maggio, e quello degli attori, partito il 14 luglio, ha letteralmente paralizzato la mecca del cinema. Ma non solo, sono stati sospesi numerosi programmi televisivi, telefilm e talk show, mentre molti film hanno ritardato la loro pre-produzione e la distribuzione ( le riprese di Beetlejuice 2, ad esempio, sono state fermate). In tutto questo, le prime conseguenze cadono, oltre alla già colpita categoria degli sceneggiatori e degli attori, sulle case di produzione. E inaspettatamente la Bron Creative, dopo ventitré anni di attività, ha deciso di dichiarare bancarotta. La Bron ha partecipato alla produzione di film di successo come Joker (1 miliardo di dollari d’incasso in tutto il mondo), e del suo imminente sequel, ma anche di film che non sono andati bene come previsto, tipo House of Gucci (che ha incassato oltre 153 milioni di dollari a fronte di un budget di 75), o Surrounded, film western che invece di uscire in sala, è stato distribuito in digitale dalla MGM.

La notizia arriva dal co-fondatore e CEO di Bron, Aaron L. Gilbert, che ha pubblicato una dichiarazione mercoledì diretta ad “amici, partner, membri del team e finanziatori” dell’azienda.

“La decisione di chiedere la protezione dei creditori non è stata presa alla leggera ed è stata adottata nell’ottica dei migliori interessi dell’azienda e dei suoi numerosi azionisti”, ha scritto Gilbert, aggiungendo: “Gli ultimi anni sono stati incredibilmente difficili per BRON e le cose si sono solo complicate negli ultimi mesi. Covid e i molti altri problemi che hanno colpito l’industria dei media negli ultimi anni, in particolare gli scioperi, hanno reso impossibile la capacità di BRON di continuare la sua attività attuale”.

Nel deposito, la Bron ha chiesto la protezione dei creditori presso la Corte Suprema della British Columbia in Canada e il Capitolo 15 negli Stati Uniti per ristrutturare le operazioni commerciali. Oltre agli scioperi in corso di SAG-AFTRA e WGA, citati come uno dei tanti problemi, gli accordi di Bron con MGM e Warner sono terminati di recente, oltre a diversi film che non hanno avuto il successo sperato a causa della pandemia, tra cui Ghostbusters: Afterlife (che sì ha incassato 204 milioni nel mondo, ma senza il Covid e le sale chiuse avrebbe incassato sicuramente di più).

La dichiarazione continua, con Gilbert, ringraziando il team Bron, oltre ai partner finanziari e ai finanziatori aziendali.

“Grazie al team di BRON e ai nostri incredibili partner creativi, produttivi e commerciali. Grazie ai numerosi partner di finanziamento della produzione e ai nostri finanziatori aziendali per il sostegno di questi anni. Grazie ai nostri vari rappresentanti e ai numerosi fornitori di servizi per tutto il supporto e la pazienza durante gli anni più difficili per BRON. Il vostro continuo sostegno e la vostra pazienza rimarranno fondamentali durante questo processo di ristrutturazione, e continueremo a tenervi informati mentre ci muoviamo in questo processo”.

La questione Ghostbusters

Ora, la Bron Creative figura tra le società di produzione di Ghostbusters: Afterlife e del prossimo sequel di Ghostbusters, che nonostante gli scioperi della SAG-AFTRA e della WGA, è ancora previsto ad arrivare nelle sale il 20 dicembre 2023. In questa grande agitazione sindacale, è stata una fortuna che il film sia stato girato per tempo, ma il blocco degli sceneggiatori (a cui hanno aderito il 97% degli iscritti, inclusi Jason Reitman e Gil Kenan) mette a rischio ogni eventuale riscrittura o, peggio, retakes (nuove riprese in caso di necessità da eventuali test screening). La Sony ufficialmente non ha ancora dichiarato nulla, ma aspettiamoci un possibile comunicato di eventuale spostamento della distribuzione per i primi mesi del 2024. Saremo pronti a comunicarvelo.

Hudson: “Il sequel porterà il franchise in una nuova direzione”

Ernie Hudson, parte seconda. Dopo l’intervista di ieri, Screen Rant pubblica la seconda parte delle dichiarazioni di Hudson sul futuro di Ghostbusters. Oltre a chiarire i suoi recenti commenti sul trattamento ingiusto ricevuto durante la lavorazione del film originale, la star originale di Ghostbusters ha condiviso alcuni nuovi spunti per il suo ritorno nel sequel di Ghostbusters: Afterlife, esprimendo il suo entusiasmo per il nuovo percorso di Winston, anche se diverso dalle sue idee. Scoprite cosa ha condiviso Hudson qui sotto:

 

Sì, è un bene, perché i fan sono sempre stati molto incoraggianti e solidali. Gli studios sono sempre stati la mia più grande lamentela e, onestamente, molte persone la interpretano male dicendo che penso che gli studios abbiano fatto qualcosa che non avrebbero dovuto fare. No, gli studios fanno quello che fanno, non è una cosa che riguarda solo me personalmente, è il modo in cui operano e quello che ritengono necessario.

Ma Winston, credo che il suo posto, quello che ha fatto l’ultimo film Afterlife, è stato dargli uno scopo. Sapete: “Perché è qui?“. Beh, è l’uomo che ha i soldi per mandare avanti questa cosa. Quindi è stato un bene, niente di più, perché abbiamo questi nuovi personaggi, stiamo introducendo nuove storie, ma lui ha un posto e uno scopo per essere lì. Penso che nei film precedenti si sia instaurata un’amicizia tra i tre ragazzi, che hanno già avviato un’attività, quindi quanto ci interessa – e non ho capito bene tutto questo, ma Winston ha sicuramente un posto. Ora, quanto sia il suo posto e tutto il resto, lo decidono altre persone. [Ride]

Inoltre, man mano introduciamo nuove storie e nuovi personaggi, è questo che fa progredire l’intera faccenda, ma noi ne facciamo ancora parte, quindi è stato bello vedere Bill Murray, Danny Aykroyd, Annie Potts, è bello vederli lì, che si divertono e sono entusiasti di essere lì. È diverso, non è necessariamente la direzione che avrei preso io, ma adoro farne parte e credo che ai fan piacerà questa nuova direzione, ma staremo a vedere”.

Le parole di Hudson sono incoraggianti e che speriamo di vedere presto sul grande schermo il 20 dicembre: tuttavia sulla data di uscita sia Hudson che Aykroyd ipotizzano un possibile slittamento per la prossima primavera, a causa di alcuni ritardi causati dallo sciopero in corso a Hollywood degli sceneggiatori e di altre categorie cinematografiche che hanno creato alcuni problemi alla lavorazione e alla post-produzione (in corso). La Sony non si è ancora espressa, e attendiamo info ufficiali che prontamente riporteremo!