Il Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy prosegue in Francia con grandi annunci e anteprime dal mondo dell’animazione globale. Tra i momenti più attesi la presentazione di Studio Focus targata Netflix ha riservato una sorpresa entusiasmante per i fan degli Acchiappafantasmi: un’anticipazione esclusiva della nuova serie animata di Ghostbusters, attualmente in sviluppo.
Presentata da Dominique Bazay, Direttore dell’Animazione Originale Netflix, la serie è frutto di una stretta collaborazione tra Netflix, Sony Pictures Animation e Ghost Corps. Bazay ha dichiarato:
“Questo è Ghostbusters come non l’avete mai visto”, anticipando un approccio visivo audace e originale. L’obiettivo del team creativo non è il fotorealismo, ma un’estetica “tattile e tangibile”, capace di evocare emozioni profonde e atmosfere suggestive.
I primi concept art mostrati durante l’evento ritraggono una New York City più cupa e intensa, promettendo un’ambientazione affascinante e ricca di mistero. Il progetto vede coinvolti nomi illustri: i registi Jason Reitman e Gil Kenan (Ghostbusters: Legacy, Frozen Empire) sono produttori esecutivi, insieme allo sceneggiatore e showrunner Elliott Kalan (Mystery Science Theater 3000, The Flop House).
Alla produzione animata collaborano anche i talentuosi studi Flying Bark Productions di Sydney e un nuovo team con sede a Madrid, a conferma del respiro internazionale del progetto.
Anche se non è stata ancora annunciata una data di uscita, o diffusi trailer ufficiali, l’hype cresce tra i fan della saga, desiderosi di scoprire come questa nuova incarnazione porterà il mondo degli Acchiappafantasmi nel panorama dell’animazione moderna.
Durante lo stesso evento Netflix ha mostrato in anteprima anche Stranger Things: Tales From ’85, spin-off animato della celebre serie, che ha preso ispirazione dichiarata da The Real Ghostbusters. Il produttore esecutivo Eric Robles ha definito il celebre cartone degli anni ’80 la “stella polare” del suo team creativo, elogiandone il perfetto equilibrio tra umorismo e toni oscuri.
Il ritorno dei Ghostbusters nel mondo dell’animazione segna un nuovo capitolo per il franchise, pronto a conquistare una nuova generazione di fan, senza dimenticare l’eredità iconica lasciata dalle serie originali.
Restate connessi su Ghostbusters Italia per tutti gli aggiornamenti su questa attesissima serie animata.
(Articolo in collaborazione con Ghostbusters News, nostro media partner ufficiale.)
Stranger Things: la nuova serie animata si ispira a The Real Ghostbusters
Durante il prestigioso Annecy International Animation Film Festival and Market, uno degli eventi più importanti nel panorama dell’animazione mondiale, è stato svelato in anteprima uno sguardo dietro le quinte della futura serie animata spin-off di Stranger Things, dal titolo provvisorio Tales From ’85.
Il progetto, ancora in fase di sviluppo, ha già attirato grande attenzione grazie al suo stile dichiaratamente ispirato alle produzioni cult degli anni ’80. Tra queste, spicca The Real Ghostbusters, la celebre serie animata basata sul franchise di Ghostbusters, considerata una vera pietra miliare dell’animazione americana.
Durante la presentazione, il creatore della serie Eric Robles ha raccontato come The Real Ghostbusters abbia rappresentato un punto di riferimento creativo:
“Tutto è iniziato da lì. Era divertente, ma sapeva anche essere inquietante e cupa in certi momenti. Continuavamo a parlarne in fase di sviluppo: è diventata la nostra stella polare.”
Oltre ai Ghostbusters, il team di produzione ha citato anche altri classici come Transformers, E.T. e Piccoli Brividi come fonti d’ispirazione, a conferma del forte legame con l’immaginario anni ’80 che ha sempre caratterizzato Stranger Things.
Non sorprende quindi che questa nuova serie animata mantenga viva l’anima rétro del franchise. Robles ha aggiunto:
“L’atmosfera è quella tipica: ragazzi in bicicletta, walkie-talkie, pericoli reali… e non tutti potrebbero uscirne vivi.”
I fan più attenti sanno bene che il legame tra Stranger Things e Ghostbusters non è certo nuovo: già nella seconda stagione della serie originale i protagonisti sfoggiavano tute da acchiappafantasmi e zaini protonici per Halloween, mentre alcune scene sembravano citare direttamente la mitologia Ghostbusters, con tanto di trappole per creature soprannaturali.
CREDITI: Ghost Corps
Un dettaglio interessante? Lo studio d’animazione dietro Tales From ’85 – Flying Bark – è lo stesso attualmente al lavoro sulla nuova serie animata ufficiale di Ghostbusters per Netflix.
I produttori della serie animata Ghostbusters, Gil Kenan e Jason Reitman
Stranger Things: Tales From ’85 è previsto per il 2026 e, secondo la sinossi ufficiale:
“Bentornati a Hawkins, nell’inverno glaciale del 1985. I personaggi originali si troveranno ad affrontare nuovi mostri e a svelare un mistero paranormale che terrorizza la loro cittadina.”
Il mondo degli anni ’80 non è mai stato così vivo… e infestato!
Netflix presenterà la nuova serie animata di Ghostbusters all’Annecy International Animation Film Festival, in programma dall’8 al 14 giugno 2025 ad Annecy, in Francia.
La serie sarà protagonista della sessione Studio Focus – Animated Series di Netflix il 12 giugno, insieme ad altri titoli attesi come Horton!, Blue Eye Samurai Stagione 2, Magic: The Gathering, Minecraft e Haunted Hotel. Interverranno i dirigenti di Netflix Animation tra cui John Derderian, Heather Tilert, Billy Wee, Dylan Thomas e Dominique Bazay.
Importante: questa anteprima fa parte del programma riservato all’industria e non sarà accessibile al pubblico.
La serie, ancora in fase di sviluppo, è prodotta da Flying Bark Productions in collaborazione con Sony Pictures Animation, Netflix e Ghost Corps, Inc.. Alla guida creativa troviamo Jason Reitman e Gil Kenan come produttori esecutivi, conElliott Kalan come sceneggiatore e showrunner.
Photo da Concerts & Conversations
Oltre a Ghostbusters, Netflix presenterà anche la prima mondiale del film animato Fixed di Genndy Tartakovsky e anteprime di Stranger Things: Tales From ’85, In Your Dreams e altri progetti.
Per il programma completo del festival, visita il sito ufficiale: www.annecyfestival.com
Restate sintonizzati su Ghostbusters Italia per tutte le novità sulla serie animata e il mondo Ghostbusters!
Durante un panel tenutosi all’Indiana Comic Con di questo weekend, Ernie Hudson ha riflettuto sulla sua esperienza con il franchise di Ghostbusters, parlando del suo ritorno nei sequel recenti e spiegando la frustrante ragione per cui non ha doppiato Winston Zeddemore nella serie animata The Real Ghostbusters.
L’evento, trasmesso in diretta grazie al gruppo di beneficenza Circle City Ghostbusters, ha visto Hudson raccontare il suo tentativo di ottenere il ruolo di Winston nella serie animata, che alla fine è stato assegnato ad Arsenio Hall. Sebbene in passato avesse già espresso il suo disappunto, questa volta ha offerto un’analisi più approfondita del cosiddetto “processo di audizione”, ammesso che si potesse definire tale.
“Beh, sai, non sarebbe stato male se avessi tenuto in maggior considerazione quanto è bravo Arsenio… Sto scherzando. Arsenio è un buon amico. Ma sì, penso che quello che è successo sia che Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis… di solito non facevano sequel, e sicuramente non avrebbero mai fatto un doppiaggio per una serie animata. Forse si pensava che gli attori del film, incluso me, non lo avrebbero fatto, non lo so. Ma credo che il regista della serie animata fosse un amico di Arsenio Hall e volesse lui per il ruolo. Qualcuno però ha insistito affinché mi vedessero o almeno mi offrissero la parte. Così sono andato all’audizione, che non doveva nemmeno essere un’audizione, volevano solo sentire la mia voce. E mentre stavamo registrando, il regista mi ha detto: ‘Aspetta, stop!’ e ha continuato: ‘Quando Ernie Hudson ha fatto il film, Ernie Hudson non ha fatto così: Ernie Hudson ha fatto in quest’altro modo.’ Stava spiegando a me come Ernie Hudson avesse interpretato Winston. E io ero tipo, okay.”
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Hudson ha poi raccontato che, dopo essersi allontanato per pochi giorni a causa di altri impegni lavorativi, è tornato per scoprire che il ruolo era già stato assegnato. Ha definito l’intera situazione “assurda”.
“Ho avuto una piccola parte in una serie TV, sono stato fuori città per circa quattro giorni, e quando sono tornato mi hanno detto che avevano già assegnato la parte, perché avevano sentito che ero impegnato e non sarei stato disponibile, il che è assurdo. Penso che i registi volessero Arsenio, il che è stato davvero un peccato, perché all’epoca ero un padre single, e quei soldi mi avrebbero fatto comodo. Ma sai, le cose vanno come devono andare, credo che con il tempo tutto si sistemi.”
Con il tempo, Hudson ha sviluppato una nuova prospettiva sul franchise, riconoscendo che, sebbene l’esperienza di lavorare al primo Ghostbusters fosse stata difficile, ha comunque dato forma alla sua carriera e che, alla fine, tutto ha trovato un senso.
“Guardando indietro, ora abbiamo fatto cinque film, ed è stata una vera benedizione, ma quando abbiamo girato il primo film, è stata una sfida. Io vengo dal Michigan, e da dove vengo io, i problemi si risolvono in un certo modo. A Hollywood non puoi farlo, non se vuoi lavorare ancora, quindi mi chiedevo: come posso gestire questa situazione per andare avanti? Ho imparato molto facendo Ghostbusters. A volte devi semplicemente mantenere la tua posizione e continuare ad andare avanti, perché il mondo sembra confuso, ma con il tempo tutto ha senso. Ghostbusters è uno di quei film che, col tempo, acquista significato. La storia è cambiata molto, ma quando lo guardo ora, e penso a tutte le cose che avrei voluto fare ma che non ho potuto fare, mi rendo conto che il film è perfetto così com’è. Quindi a volte devi solo superare il momento… Vengo a Indianapolis, vedo la mostra di Ghostbusters, tutti i ragazzi con le loro tute, e tutto improvvisamente ha senso. Ma nel 1983, mentre lo giravamo, era come se stessi parlando da solo. O come se stessi per colpire qualcuno.”
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Quando gli è stato chiesto quale fosse il suo film preferito della saga, Hudson ha evitato di scegliere un solo titolo, sottolineando invece quanto sia stato speciale riunirsi con i suoi co-protagonisti in Ghostbusters: Afterlife e Ghostbusters: Frozen Empire.
“I film più vecchi sono più sentimentali, sai, quando giri un film e poi lo rivedi, ti ricordi il giorno in cui sei andato al lavoro, ricordi i viaggi in macchina, tutti quei piccoli dettagli che riaffiorano mentre guardi le scene. Ero più giovane quando ho fatto i primi film. Mi piacciono i film più recenti perché non pensavo che sarebbero mai stati realizzati, ed è stato fantastico rivedere Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Annie Potts, persone con cui ho lavorato e che conosco da così tanti anni, tornare insieme per fare questa cosa. Quindi sono tutti speciali, ma in modi diversi, e non credo che uno sia migliore o peggiore degli altri, ognuno ha una sua unicità… Sono felice che abbiano trovato un modo per realizzarli facendoli risultare rilevanti, piuttosto che fare un film tanto per farlo.”
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Hudson ha anche ammesso che il ritorno nel franchise è stato incredibilmente appagante, ma che un fattore in particolare ha reso l’esperienza ancora migliore.
“È stato fantastico tornare. È stato fantastico rivedere tutti. È stato fantastico essere pagato bene, perché se non fossi stato pagato bene, non sarebbe stato così fantastico. Posso dire tutte le cose meravigliose del mondo, ma se non mi avessero pagato, avrei detto: ‘Oh, no, assolutamente no.’ Non dico che non l’avrei fatto, ma è semplicemente un set più felice quando la paga è buona. Non lo percepisci direttamente, ma senti che ti apprezzano. Quando non ti pagano, semplicemente non è una bella sensazione. I soldi non sono tutto, ma aiutano molto a sistemare il mondo.”
Oltre al panel di Hudson, i Circle City Ghostbusters erano presenti all’Indiana Comic Con per raccogliere fondi a favore del Peyton Manning’s Children’s Hospital. Oltre a essere vestiti con le classiche tute, hanno presentato una nuova attrazione ispirata al Grundel, il fantasma ricorrente di The Real Ghostbusters e Extreme Ghostbusters.
Ernie Hudson è apparso nell’episodio di ieri del The Bob & Tom Show, trattando vari argomenti, tra cui il doppiaggio, i suoi caratteristici baffi e il futuro del franchise di Ghostbusters.
Apparso in video, si direbbe appena uscito dal letto e ancora in accappatoio, Hudson ha iniziato parlando del suo impressionante curriculum, il che ha portato a una conversazione sul suo aspetto. Sebbene inizialmente si fosse concentrato sul suo fisico in forma nonostante abbia superato i 70 anni (un argomento che ha suscitato attenzione nell’ultimo anno), la discussione è passata ben presto ai suoi tipici baffi, che non ha sempre avuto nei suoi primi anni da attore, o che ha scelto di radere, come ha fatto per Ghostbusters II del 1989. “In Ghostbusters II non avevo i baffi, e la gente pensava che fossi un’altra persona,” ha ricordato Hudson. Ha poi ammesso che, al giorno d’oggi, i suoi baffi non sono del tutto naturali.
“A un certo punto, in effetti, si sono fatti un po’ brizzolati, ma quello che succede sulla pelle è che i peli bianchi si confondono, quindi sembrano un po’ diradati. Se non li tingo, i baffi non sembrano pieni.”
Hudson ha dichiarato in precedenza di essere “sempre pronto” a tornare nel franchise di Ghostbusters, facendo riferimento ai progetti futuri tra Sony Pictures Animation e Netflix. In una recente intervista, mentre ha accennato alla serie animata in produzione, ha anche ammesso che, nonostante la sua voce sia immediatamente riconoscibile, non ha fatto così tanto doppiaggio quanto molti fan potrebbero aspettarsi.
“I fan si sono fatti sentire riguardo la mia voce, ma l’industria non ha mai prestato vera attenzione all’argomento,” ha dichiarato Hudson. “Quindi, non faccio molto doppiaggio, ma ne ho fatto un po’. Ho lavorato ad “Angry Birds”… I fan mi hanno sempre accolto, ma io sono ancora il tipo che cerca uno stipendio fisso.”
In una precedente intervista con Mental Floss, Hudson ha parlato del provino per il ruolo di Winston Zeddemore nella serie animata “The Real Ghostbusters”, lo stesso personaggio che lui aveva reso famoso nel film del 1984, per poi perdere il ruolo a favore di Arsenio Hall, e ha ricordato la sua frustrazione:
“Ero davvero deluso perché l’idea che qualcun altro interpretasse Winston non mi piaceva. Arsenio è un amico, quindi non lo dico per mancargli di rispetto. Ma mi hanno fatto andare a leggere la parte, e anche se mi hanno detto che non stavo facendo un’audizione, non so, credo che mi avessero voluto lì solo affinché il regista mi facesse innervosire. Chissà cos’è successo. Comunque, non ho ottenuto la parte. Purtroppo.”
Tornando al The Bob & Tom Show, a Hudson è stato chiesto della possibilità di un altro sequel di Ghostbusters per il grande schermo. Mentre ha riconosciuto che gli ultimi film, Ghostbusters: Legacy e Ghostbusters: Frozen Empire, potrebbero non aver raggiunto numeri da botteghino al livello della Marvel, è rimasto ottimista riguardo al futuro del franchise, assicurando:
“Guadagna soldi nel tempo… e se i produttori sono felici e il film guadagna soldi, probabilmente ce ne sarà un altro.”
Parlando con Screenrant ai WGA Awards, Ernie Hudson ha riconosciuto che, sebbene l’attuale focus di Sony Pictures sia sulla famiglia Spengler, spera di vedere Winston avere un ruolo più attivo nei futuri capitoli, dichiarando:
“Penso che lo studio sia concentrato sulla famiglia, il che è una buona cosa, però mi piacerebbe anche vedere Winston prendere le redini di una squadra e lanciarsi in azione. Sarebbe molto divertente. Parlano di pensionamento, ma non voglio che Winston sia solo il tipo che sta seduto in ufficio. Mi piacerebbe vederlo, come nei film originali, davvero sporcarsi le mani e darsi da fare.”
Parlando di Winston Zeddemore condividiamo il video di Presentazione CARNEVALE APRILIANO 2025 – Ghostbusters Italia Distaccamento Enea ft. Dario Oppido voce di Ernie Hudson in Ghostbusters Legacy e Ghostbusters Minaccia Glaciale!
Il regista Jason Reitman è stato ospite dell’ultimo episodio del Neal Brennan’s Block podcast.
Tra i numerosi temi trattati, Reitman si è addentrato nell’argomento “Ghostbusters: Afterlife”, parlando del suo approccio alla regia e della prospettiva di suo padre Ivan Reitman in merito ai sequel.
Parlando di “Ghostbusters: Afterlife”, Reitman ha ammesso senza riserve: «Probabilmente ho realizzato il film di Ghostbusters meno divertente di tutti». Ma ha aggiunto: «Fa commuovere le persone, e quello è sempre il commento che preferisco».
Ha riflettuto sull’ispirazione alla base del film, un’immagine che aveva portato dentro di sé a lungo: una ragazzina che scopre uno zaino protonico in un fienile, notando inoltre che all’epoca delle riprese, sua figlia aveva la stessa età di Phoebe Spengler, cosa che ha alimentato la sua connessione al progetto.
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
«Ho diretto un solo film sugli Acchiappafantasmi, «GHOSTBUSTERS: AFTERLIFE”, e avevo in mente un’idea molto precisa. Un’idea che ho avuto in testa da sempre: quella di una ragazzina adolescente che trova uno zaino protonico in un fienile. E non sapevo il perché. Diciamo che un’idea su chi fosse la ragazzina ce l’avevo, più o meno, e sapevo che genere di storia sarebbe stata. Di solito era una cosa che dicevo per scherzare… Sai… “Un giorno o l’altro farò un film sugli Acchiappafantasmi”. Lo dicevo per ridere. E un giorno il mio editor se n’è uscito dicendo “Lo devi fare, quel film. Tra poco tua figlia avrà 12 anni; se non ti sbrighi, presto non gliene importerà nulla”».
Imperniando “Afterlife” sul tema della famiglia (sia sullo schermo che fuori), Reitman ha riconosciuto la natura profondamente personale del film. Ragionando su quanto significhi per lui, ha menzionato suo padre, Ivan, che è deceduto circa un anno dopo la fine della produzione, e su sua figlia che è stata sul set per tutte le riprese:
«Non avevo idea che sarebbe stata la mia ultima occasione per fare un film con papà. Abbiamo fatto il film, e un anno dopo lui è morto. Essendo padre a mia volta, è stata un’esperienza cruciale. Mia figlia aveva dodici o tredici anni, quando veniva su quel set, e l’ha adorato. Per me è stato importante fare quel film insieme a mio padre. Ma all’epoca cercavo… come dire… di fare le sue veci, di indovinare a che cosa stesse pensando, che cosa stesse provando, visto che lui aveva realizzato il capitolo originale. Cercavo di inserirmi in quella storia. E poi… Insomma… Era un film sugli Acchiappafantasmi. Per tono, struttura, design… Ritenevo che fosse una sfida interessante».
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Quando il presentatore Neal Brennan ha detto erroneamente che Reitman ha diretto anche “Ghostbusters: Minaccia Glaciale”, Jason ha chiarito che il progetto aveva la regia di Gil Kenan. Ha spiegato che lui e Gil hanno approcci molto diversi, e che in Afterlife si era sforzato deliberatamente di replicare tecniche del 1984:
«È stato il mio compagno di scrittura, Gil Kenan, a dirigere “Minaccia Glaciale”. Quello non è il mio stile di ripresa: è lo stile di Gil. Aveva lui tutto il potere. Ma sai, il mio approccio con “Afterlife” era stato di girare usando solo la tecnologia che avevano nel 1984. Questo non significa che non avessimo usato la CGI, ma parlando delle riprese, giravamo come avrebbero girato all’epoca. Mi pare che non ci siano nemmeno riprese con il crane (la “gru”, NdT). Volevamo farlo letteralmente come l’avrebbero fatto nel 1984. Ed è questa la cosa che trovavo davvero interessante: mettermi al tavolo col mio direttore della fotografia e con lo scenografo e cercare di venirne a capo, di capire quale fosse il DNA della storia che raccontavamo».
Reitman ha inoltre affrontato il rapporto conflittuale di suo padre con i sequel, rivelando che Ivan preferiva creare storie originali. Riteneva che questa sua posizione spiegasse in parte come mai il franchise di “Ghostbusters” non si fosse ampliato consistentemente nei decenni:
«Papà non ha mai capito i sequel. Diceva “Non so perché mai la gente dovrebbe voler vedere di nuovo questa roba”. Per esempio, quando ho scritto Afterlife e gli ho raccontato di questa ragazzina che se ne va in Oklahoma e scopre uno zaino protonico, papà era entusiasta. Ma quando gli ho detto che sarebbero apparsi i Terror Dog, come nel 1984, mi ha detto: “Perché Gozer? Perché dovremmo tornare indietro? Non puoi darmi semplicemente una storia nuova?”. Credo che questo suo modo di vedere le cose sia una delle ragioni per cui il franchise di “Ghostbusters” non ha prosperato nei decenni. Dopo “Ghostbusters”, papà aveva detto “Adesso farò “I Gemelli”. Non me ne importa nulla”. Dopodiché ha fatto “Ghostbusters II”, e poi non c’è più stato nulla per anni».
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Benché Ivan abbia diretto “Ghostbusters II” nel 1989, la sua prospettiva in merito ai sequel ha riguardato anche l’idea di inserire il particolarissimo logo del film sull’auto degli Acchiappafantasmi, cosa che Jason ha condiviso come esempio del punto di vista di suo padre:
«Ecco quanto gliene importava dei sequel. Sull’automobile degli Acchiappafantasmi in “Ghostbusters II” c’è il fantasmino del logo che fa un “2” con la mano. Questo non ha alcun senso. Anni dopo gliel’ho chiesto: “Ma perché il logo del film compare sulla Ecto-1? Cos’è? I personaggi sanno di trovarsi in un sequel?”. E papà mi ha risposto qualcosa come “Sì, mi sa che quello fu un po’ un errore”. Non gliene importava nulla. Non si curava minimamente di quelle cose che invece la gente ama tanto – per esempio – nella Marvel, dove ogni parte del franchise, che sia un porta-pranzo o un albo a fumetti, fa riferimento a una storia collettiva. Se ami la Marvel, tutto è collegato. Ecco, mio padre era all’esatto opposto. Lui diceva “Voglio solo raccontare la storia”.
Per l’intervista completa a Jason Reitman, ecco il link:
Riemerge un concept perduto per il poster di “Ghostbusters II”. La domanda: “Credi ai fantasmi?”
Quest’anno segna il trentaseiesimo anniversario di “GHOSTBUSTERS II”, e proprio quando pensavamo di aver visto ogni foto di backstage, del set e ogni bozzetto di produzione, è emerso il concept per un poster che non si era mai visto prima.
Grazie a un recente upload su ComicArtFans.com a opera del proprietario del sito, Marc Sans, è venuto alla luce un incredibile frammento della storia di “GHOSTBUSTERS II”: il concept (inutilizzato) per un poster realizzato dal compianto Mick McGinty.
Illustratore leggendario, McGinty vantava un portfolio che include lavori per “Hook”, “Batman”, Labyrinth” e “Balle Spaziali”. Oltre al cinema, la sua influenza si estese ai video games: è suo, infatti, l’iconico artwork di “Street Fighter II”.
CREDIT: Marc Sans su ComicArtFans.com
Il design di McGinty si pone in netto contrasto col materiale di marketing ufficiale rilasciato per il sequel del 1989, ma nonostante questo, riesce a incorporare alcuni elementi chiave del franchise.
La mano del fantasma Mooglie è la protagonista: mostra le due dita alzate come nel segno della pace, sottolineando che il film è il seguito della commedia cult.
Sono inoltre presenti quelli che sembrano dei flussi protonici, e la domanda “CREDI AI FANTASMI?” Scritta in un carattere che richiama il titolo tradizionale del franchise.
CREDIT: Columia Pictures Ghost Corps Ghostbusters II teaser poster
CREDIT: Columia Pictures Ghost Corps Ghostbusters II poster italiano
Non è chiaro fino a che punto del processo promozionale sia arrivato questo artwork prima di essere archiviato, ma considerando l’ampia opera di McGinty, è affascinante vedere come potrebbe essere stato.
Vale la pena ricordare che questa scoperta è stata portata all’attenzione di GhostbustersNews dagli amici di YHS Podcast, che avevano condiviso il poster sui loro social.
Che ne pensate di questo poster? Fatecelo sapere nei commenti!
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Puoi conoscere i dettagli consultando la nostra privacy cliccando sul pulsante a lato. Cliccando su accetta, si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.