Ghostbusters prima di… Ghostbusters: le origini

Quando Dan Aykroyd lasciò il Saturday Night Live, il programma televisivo che aveva lanciato la sua carriera assieme a quella del suo partner John Belushi, correva il 1979. In quel periodo aveva cominciato a lavorare con John Landis alla produzione di The Blues Brothers: il film, uscito nel 1980, esplose soprattutto in Europa, e consacrò Aykroyd star del cinema assieme al già famosissimo Belushi: nell’ambiente tutti aspettavano un nuovo colpaccio della ditta Dan-John, ma il successivo film, Neighbors (I vicini di casa, 1981), funestato da diversi problemi produttivi, deluse i fan e incassò il giusto per non naufragare la barca. Verso la fine dell’81, tuttavia, Aykroyd sapeva di avere il soggetto giusto per risollevare la qualità dei loro film, una commedia horror con una squadra di sterminatori di fantasmi. L’idea era stimolata da diversi fattori: lui e la sua famiglia era sempre stata appassionata di paranormale, e soprattutto dopo essersi liberato dagli impegni televisivi Dan si era immerso in letture sulla parapsicologia per documentarsi e scrivere una bozza di copione dal titolo Ghost Smashers. Come ormai è noto, l’idea di farne un film con Belushi crollò tristemente quando John fu trovato morto per overdose il 5 marzo 1982, e il progetto proseguì con un altro cast. Il resto è storia. Quello che è meno noto, è che Aykroyd ha sempre affermato che un’altra fonte di ispirazione è stata la stessa storia del cinema, alle commedie degli anni ’40 e ’50 con i protagonisti alle prese con spiriti e case infestate. Abbiamo raccolto oggi i titoli più noti e che si assomigliano all’umorismo pensato da Aykroyd.

Haunted Spooks (1920), diretto e prodotto da Hal Roach, con Harold Lloyd e Mildred Davis. Questa comica muta di 25 minuti parte da una tematica molto comune nelle successive commedie girate con i fantasmi: prendere il protagonista e buttarlo in una situazione horror, specialmente in ambienti chiusi come una casa infestata o un cimitero. Qui Lloyd, uno dei più famosi comici del muto americano, noto per i suoi occhiali a tartaruga, è il classico giovanotto disperato per amore: un avvocato lo recluta per fargli sposare la nipote e avere così la proprietà di una villa avuta in eredità, a patto che venisse abitata da una coppia sposata; è in verità un trucco per prendersi la casa e sbatterli fuori, facendogli credere che è infestata. Retto da un ritmo serrato, il film è pieno di inseguimenti fra gente sotto i lenzuoli e un bambino nero col viso sporcato di bianco a causa della farina che spaventa Lloyd e la sua ragazza. Gli storici riportano che fu questo il film in cui Lloyd ebbe un grave incidente durante le riprese: mentre posava per una foto, si accese una sigaretta usando una bomba artigianale da usare nel film, ma questa esplose in anticipo e gli fece perdere due dita della mano.

The Live Ghost (Il vascello stregato, 1934), cortometraggio prodotto da Hal Roach e diretto da Charles Rogers, con la coppia comica Stan Laurel e Oliver Hardy. Nella lunga serie di comiche sonore, Stanlio e Ollio hanno più volte fatto ricorso alle tematiche della paura per far ridere. In Habeas Corpus (1928), sono due sprovveduti incaricati da un professore pazzo di recuperare cadaveri da un cimitero per i suoi esperimenti; in Laurel-Hardy Murder Case (1930) i due passano una nottata d’inferno nella villa dove si sospetta sia stato ucciso lo zio di Stanlio, credendo di vedere fantasmi nella loro stanza; The Live Ghost è il primo e unico loro film in cui si parla di credenza dei fantasmi e posti luoghi infestati. Il capitano di una nave mercantile, interpretato da Walter Long, non riesce ad arruolare volontari per sbarcare perché sono tutti convinti che la sua nave sia invasa dagli spiriti. Così incarica Stanlio e Ollio a trovare uno stratagemma per imbarcarli a forza, e minaccia i marinai di storcere loro il collo se avesse sentito parlare ancora di fantasmi. In cuccetta Stanlio e Ollio sono però terrorizzati, perché scambiano un marinaio ubriaco per uno spirito quando egli è invece solo caduto nella vernice bianca. Quando loro credono di vedere un fantasma, la loro reazione è assolutamente esilarante.

Topper (La via dell’impossibile, 1937), diretto da Norman Z. McLeod e prodotto da Hal Roach, con Constance Bennett, Cary Grant, Billie Burke, Alan Mowbray, Eugene Pallette. Il film segnò la svolta degli Hal Roach Studios dopo venticinque anni di comiche slapstick verso un umorismo più sofisticato. Topper ebbe un grande successo al botteghino, anche per l’inedita miscela di fantasy e commedia bizzarra: la storia ruota sull’incidente mortale che coinvolge una coppia di coniugi diventati fantasmi e obbligati a compiere una buona azione per salire in Paradiso; decidono di insegnare ai coniugi Topper un modo di vivere più leggero, ma le cose si complicano quando Mr. Topper si innamora della moglie fantasma.

Lonesome Ghosts (Topolino e i fantasmi, 1937), corto prodotto da Walt Disney per la RKO e diretto da Burt Gillett. Topolino è membro della squadra di acchiappafantasmi “Ajax Ghost Exterminators” assieme a Pippo e Paperino. Anche se pubblicamente non lo ha mai citato, probabilmente è il soggetto che ha più ispirato Aykroyd e i suoi Ghostbusters: per la prima volta si parla di indagine e cattura di fantasmi. Il corto è un gioiello di umorismo e animazione: i fantasmi di una villa abbandonata chiamano l’agenzia di Topolino per prenderli in giro e loro si presentano ignari dello scherzo (le loro armi sono retini per le farfalle, trappole per topi, un fucile e un arpione). Continuamente spaventati dai loro scherzi, il terzetto finisce immerso nella melassa e coperti di farina, sembrando così dei veri spettri e spaventando a morte i fantasmi. Curiosamente, Pippo dice “I ain’t scared of no ghost”, che in originale suona esattamente come la frase che Ray Parker Jr. inserì nella sua canzone Ghostbusters. (a proposito, l’immagine che trovate in testa a questo articolo è opera di Dave Alvarez; questo cartone si ispirava alla storia The Seven Ghost, di Floyd Gottfredson e Ted Osborne e pubblicata nel 1936, mentre una versione a fumetti di questo corto fu realizzata nel 1977 per la Fisher Price).

The Ghost Breakers (La donna e lo spettro, 1940), diretto da George Marshall con Bob Hope e Paulette Goddard. La storia si ispirava ad una commedia teatrale già portata nel cinema muto due volte. Nuovamente si parla di una eredità scomoda, vittima di storie di fantasmi come in questo caso, un antico castello situato nel’isola di Cuba che una ragazza di nome Mary ottiene da un lontano parente defunto. Per dimostrare la verità su queste storie, si porta con sé il giovane Larry, e puntualmente succede di tutto. Bob Hope, uno dei più leggendari comici americani, è qui molto divertente e curiosamente nel trailer si presenta come il capo di una agenzia di sterminazione del paranormale, con simbolo un tipo che bastona un fantasma! In un altro dialogo, Bob Hope sfodera una delle sue battute pungenti quando gli vengono descritti gli zombi come persone con lo sguardo spento, che seguono gli ordini senza preoccuparsi perché e come: “Intendi come i democratici?”.

Spook Speaks (1940), diretto da Jules White. Questo film è il sesto che il grande comico del muto Buster Keaton girò per la Columbia Pictures. In quel periodo la sua stella si era spenta da tempo ed era costretto a girare film a basso costo di cui non aveva controllo creativo, e questo film ne dimostra i difetti di una serie poco divertente e visibilmente girata in economia. Le gag ruotano ai soliti spaventi e alle candele che bruciano posteriori, e nonostante gli sforzi acrobatici di Buster, Spook Speaks è uno dei peggiori mai girati per la Columbia. Tuttavia alcune gag di strumenti musicali che suonano da soli sospesi nel vuoto saranno imitate altrove. Per vedere un suo film molto più riuscito sulla paura, da recuperare The Haunted House (1921), con alcune gag sovrannaturali incredibili, come quella dei due scheletri che raccolgono i pezzi di una persona e una volta ricomposta questa prende vita, spaventando a morte Buster.

Hold That Ghost (L’inafferrabile spettro, 1941), diretto da Arthur Lubin, con la coppia comica Bud Abbott e Lou Costello. Noti da noi come Gianni e Pinotto, il duo comico si specializzò in parodie di film horror con numerosi titoli riusciti, utilizzando, quando è stato possibile, alcuni “divi” del genere. Uno su tutti, Abbott and Costello Meet Frankenstein (1948), dove incontrano anche Dracula, interpretato dall’attore principe di questo ruolo, Bela Lugosi. Questo film era uno dei primissimi della coppia, e nuovamente c’è una casa ereditata che fa gola a molti truffatori che fanno credere loro che è colma di spiriti. Molte delle gag sono dovute agli spaventi del grasso Costello – cui, bisogna dirlo, Belushi deve molto alla sua fisicità catastrofica – e ai trucchi cinematografici classici, come la candela che si muove da sola, una gag ripresa in altri film.

Spook Louder (1943), cortometraggio diretto da Del Lord con i Tre Stooges (Moe Howard, Larry Fine, Curly Howard). Questo team comico è molto poco noto da noi, ma in America sono considerati fra i grandi comici del sonoro: prettamente infantili, agitati e violenti fra loro, finiscono in questa storia di fantasmi in quanto venditori ambulanti in cerca di lavoro, e assunti da un minaccioso inventore come custodi della sua inquietante casa. Nella stessa notte cui vengono assunti, i tre vengono spaventati a morte dai continui trucchi di tre spie industriali che vorrebbero mettere mano all’invenzione del loro capo, ma nel frattempo una misteriosa mano continua a colpire tutti con delle torte in faccia lanciate da una misteriosa mano. La comicità è molto grossolana ma qualche risata scappa, grazie alla simpatia del bizzarro terzetto.

Ghost Catchers (1946), diretto da Edward F. Cline, con la coppia Ole Olsen e Chic Johnson. Il duo, più noto per aver interpretato il famoso film comico Hellzapoppin’ (1941, capostite del cinema comico demenziale), aveva più di una somiglianza con Gianni e Pinotto, ma non lasciarono lo stesso segno, e di fatto erano fra i tanti comici della Universal a disposizione per i film di categoria “B”. In questo film sono due proprietari di un night club che vogliono aiutare i loro vicini di casa a liberarli dai fantasmi, ma si scoprirà successivamente che a far credere che la loro casa sia infestata è il loro capo cameriere, in verità un gangster che vuole spaventare e allontanare la coppia per impossessarsi del liquore invecchiato nascosto nel seminterrato. Il genere mescola romanticismo, musical e gag surreali, ma il risultato non è così mediocre come sembri, grazie alla regia di Cline, formatosi con Buster Keaton e W.C. Fields.

Spook Busters (1946). Il film era il quarto dei primi cinque film che la Monogram Pictures produsse con un gruppo di attori di New York battezzato “The Bowery Boys”. Dal ’46 al ’58 il gruppo, specializzato in commedie, fu composto da più attori, e nel caso di questo film i nomi erano: Leo Gorcey, Huntz Hall, Bobby Jordan, William Benedict e David Gorcey. Il titolo di lavorazione fu Ghost Busters, e non a caso Aykroyd lo cita sempre come punto di riferimento per le sue idee: i ragazzi sono freschi di diploma per l’eliminazione del paranormale e durante il loro primo lavoro sono alle prese con numerosi strani avvenimenti che accadono dentro una villa abbandonata. Scoprono che questi eventi sono in verità frutto degli esperimenti di uno scienziato pazzo. Il film raggiunge il culmine dell’assurdo quando lo scienziato vuole inserire metà del cervello di uno dei ragazzi nella testa di un gorilla. Ghost Chasers (1951) è il secondo film incentrato sul gruppo che indaga sui fantasmi, ma stavolta con la novità della presenza di un vero spirito che fa amicizia con uno del gruppo e che aiuta loro a smascherare una medium che ha cercato di convincere due di loro sull’esistenza dei fantasmi. I Bowery Boys torneranno al tema dei fantasmi un’ultima volta con Spook Chasers (1958), ma con risultati quasi faticosi da seguire.

Scared Stiff (Morti di paura, 1953), film diretto da George Marshall con la coppia Dean Martin e Jerry Lewis. Il film è il remake di Ghost Breakers (1940), adattato alle “follie” della coppia Martin e Lewis: l’intreccio è leggermente diverso – Martin e Lewis scappano a Cuba perché Dean è convinto di aver ucciso un gangster – ma il film è divertente soprattutto quando Jerry imita Carmen Miranda, mentre le gag solite della formula dei tizi spaventati in una casa paurosa divertono forse più dello stesso film originale di Bob Hope. In una scena, Jerry trova coraggio dalla sua stessa immagine riflessa in uno specchio che gli parla come se fosse una cosa normale. Due le cose degne di nota: in una scena sulla nave, in originale Dean Martin dice “I’m a ghostbusters” per dimostrare a Lizabeth Scott che non ha paura dei fantasmi, mentre nel finale sono spaventati dalle teste incastrate nel muro di Bob Hope e Bing Crosby (i due erano noti come coppia fissa in una serie di film comici in posti esotici). Nel doppiaggio, la battuta di Martin diventa “Cacciatore di fantasmi” e questo è interessante, perché busters in questo caso significa combattente, ed era nel gergo informale americano: il termine acchiappare venne utilizzato per la prima volta in un titolo italiano proprio con Ghostbusters, che in un primo momento stava per essere distribuito in Italia con il sottotitolo A caccia di fantasmi, perché “acchiappa” era un termine poco formale.

The Ghost and Mr. Chicken (7 giorni di fifa, 1966), diretto da Alan Rafkin con Don Knotts. Dopo diversi anni di soffitta per il genere, la commedia americana si tinge di nuovo di spiriti con Knotts, simpatico attore che ricordiamo in diverse produzioni Disney e, all’epoca, noto soprattutto per il suo lavoro in televisione. Qui impersona un simpatico giornalista locale che scopre l’assassino di un omicidio accaduto venti anni prima. Molte le gag visive e alcune colgono il segno, ma meno di quelle legate allo spavento di quanto si possa pensare. È tuttavia una storia di fantasmi, e prima che il cinema comico americano cominci la moda delle parodie – con Mel Brooks paladino assoluto – è una delle ultime occasioni di questa formula.

La vera notivà di Aykroyd – e di Harold Ramis, che si unì alla stesura della sceneggiatura poi girata – era legata non tanto alla indagine, ma alla effettiva cattura dei fantasmi, rivelando le origini spiritiche per una volta non a Satana (come succedeva spesso nei film americani dell’epoca) ma ad una setta legata ad un dio ammuffito sumero. Qualcuno ha realizzato un finto trailer d’epoca di Ghostbusters con molti dei film citati in questo articolo, bisogna ammettere con una certa creatività, tanto che non sono state poche le persone che lo hanno creduto un vero film! (e come ciliegina della torta, l’autore ha usato il tema di Ghostbusters della omonima serie televisiva degli anni ’70 con Forrest Tucker e Larry Storch).

Andrea Ciaffaroni