Ci sono Acchiappafantasmi e… Acchiappafantasmi. Al solo sentir la parola, ormai alla mente viene più sovente l’immagine di un famoso quartetto, vittorioso davanti alle rovine della Centrale Fantasmi o pronto a far festa all’uscita del Museo dele Arti di Manhattan, oppure dei piccoli Spengler che recentemente hanno raccolto, con autarchia, il pesante testimone lasciato dagli eroi di un tempo, ma il termine in sé può assumere altri significati, può condurci verso altre storie ancor più antiche, da accogliere e raccontare.
Lo scorso 8 Luglio abbiamo appreso, con dispiacere, della notizia della scomparsa di Larry Storch (1923-2002), attore e doppiatore noto principalmente al pubblico americano per i suoi ruoli comici televisivi e teatrali e per essere apparso, nel corso della sua lunga carriera, in molte produzioni hollywoodiane. La sua faccia potrebbe non dirvi nulla di primo acchito, ma la sua storia è saldamente legata all’universo degli Acchiappafantasmi… ma non quelli che avete in mente voi, o meglio, non quelli canonici. Ebbene, ricordate quella serie animata piuttosto in voga negli anni ’80, con interpreti un duo di baldi cacciatori di spettri e uno scimmione? Forse non molti di voi sanno che quel cartone, lanciato in precisa corrispondenza con i Real Ghostbusters, ha un passato telefilmico ben preciso. Riavvolgiamo ulteriormente il nastro: anticipando di molti anni il primo capitolo della saga dei Reitman, precisamente nel 1975, sul canale CBS americano appariva The Ghost Busters, una sit-com per ragazzi realizzata dalla Filmation, nota per l’anima low budget dei suoi prodotti, incentrata su di un team di detective del paranormale, Eddie Spencer e Jake Kong, affiancati nelle loro mirabolanti avventure dal fidato gorilla di turno, il buffissimo Tracy. Per assurdo, le premesse non erano così lontane dal futuro concept disegnato da Dan Aykroyd e Harold Ramis, con ogni episodio che proponeva, metodicamente, la stessa formula narrativa: un fantasma, solitamente tratto dalla cultura popolare e letteraria (es.: il mostro di Frankenstein, Dracula, la Mummia), faceva la sua “minacciosa” apparizione e gli investigatori venivano incaricati, tramite nastro autodistruggente, dal loro fantomatico boss del lavoro di disinfestazione; a questo punto, lo spettro di turno, braccato dopo varie maldestre peripezie, veniva puntualmente sconfitto tramite il potentissimo “Ghost De-Materializer” (trad. lett.: de-materializzatore di fantasmi), “proto”, perdonate il pessimo gioco di parole, zaino protonico.
Il cast principale era formato dai veterani della TV americana Forrest Trucker (Kong), Larry Storch (Spencer) e Bob Burns (il gorilla), i primi due già protagonisti del telefilm satirico di successo I forti di Forte Coraggio (F Troop, 1965), e l’unica stagione prodotta, composta da 15 episodi, fu girata nel giro di sole nove settimane: nonostante gli ascolti piuttosto favorevoli, la Filmation, all’epoca molto attiva con i cartoni animati della DC Comics (Batman, Superman, i Superamici), decise di abolire la caccia agli spettri e di investire maggiormente nei suoi programmi di punta, lasciandosi alle spalle quel curioso miscuglio di commedia slapstick e parodia horror che più avanti, sapete bene come, verrà ampiamente strutturato e modernizzato. Nel 1986, dopo il successo mondiale di Ghostbusters – Acchiappafantasmi, la Filmation si ravvide e in seguito a un primo tentativo, andato fallito, di acquisizione dei diritti animati dei personaggi della Columbia, mise in cantiere un sequel cartoonesco e più fantasioso del suo sgangherato trio di eliminatori del paranormale, rendendo protagonisti i figli di Kong e Spencer, Jake ed Eddie Jr., che ereditano l’azienda di famiglia, scimmione incluso. Uscendo in contemporanea con i Real, Ghostbusters portò non poca confusione tra il pubblico dell’epoca e dalla battaglia degli ascolti uscì per forza di cose sconfitto, surclassato soprattutto nel mercato dei giocattoli, ma nel 1987, con un ritardo di più di dieci anni e assieme o grazie all’avvento del suo corrispettivo animato, in Italia fece la sua primissima apparizione il telefilm live action originale, trasmesso in primis da Rete 4 e successivamente riproposto dalle TV private, il quale, per l’occasione, venne affidato alle voci di Gianni Marzocchi (Kong) e Massimo Giuliani (Spencer).
Con questa nostra, vogliamo quindi ricordare Larry “Spencer” Storch, uno dei primi Acchiappafantasmi, assieme ai compagni di avventure Forrest “Kong” Trucker (1919-1986) e Bob “Tracy” Burns (1935), così chiamati e audacemente apparsi su di uno schermo televisivo, antenati affabili e pasticcioni dei nostri ragazzi in grigio.
Oggi è un giorno di festa perché Dan Aykroyd compie 70 anni. Tutti noi “ghost-head” siamo grati al suo genio e alla sua intuizione di creare una “ditta” di disinfestazione del paranormale, ma come attore e autore Dan ha alle spalle una vita leggendaria che è andata oltre ai Ghostbusters. Ma voi lo sapete che carriera ha avuto?
Certo, dopo “Ghostbusters” la sua non è più stata a quei livelli, ma scavando bene ci sono molti titolti “cult”, minori forse, ma che portiamo sempre nel nostro cuore. Impossibile qui stilare una biografia dettagliata – ci vorrebbe un sito a sé! – ma qualcosina per darvi un’idea vogliamo riportarla.
Dan è canadese, nato nella capitale Ottawa, il 1° luglio 1952, e ha, da parte del nonno materno franco-canadese, origini inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche. Il padre Peter, oltre ad essere stato consigliere del Primo Ministro in carica negli anni ’70 e ’80, era un appassionato di investigazioni del paranormale, tanto da pubblicare il libro “The History of Ghosts”, nel 2009. Come scrisse Dan nella prefazione, suo padre da bambino aveva assistito a diverse sedute spiritiche e scritto libri sull’argomento, volumi letti avidamente da Dan e suo fratello Peter. Ma la aspirazione più forte del giovane Dan era quella artistica.
Oltre alla passione per la musica, Dan debuttò giovanissimo nella televisione canadese sfruttando la sua abilità nella dizione come speaker (ruolo che gli fece conoscere, alla fine degli anni Sessanta, uno dei responsabili dei programmi, di nome Ivan Reitman) e come attore in uno show condotto, fra gli altri, da Lorne Michaels, “The Hart and Lorne Terrific Hour” (CBS, 1970-71).
La sua prima svolta professionale accadde qualche anno dopo nel teatro più importante per studiare recitazione e improvvisazione, “The Second City”, fondata a Chicago ma che debuttava nella nuova sede a Toronto nel 1973, anno del diploma di Dan. Suoi compagni di “banco” erano, per dire, John Candy, Eugene Levy, Joe Flaherty, Brian Doyle-Murray (fratello di Bill), Gilda Radner, Catherine O’Hara. Fra il 1973 e il 1974 le sede di Chicago e di Toronto mescolarono gli allievi come formazione in differenti palcoscenici, e fu così che Dan conobbe Bill Murray, allievo del’ 74, e un “veterano” come Harold Ramis, diplomatosi nel 1969. L’incontro più importante accadde però alla fine del 1973, quando John Belushi, allievo del 1971, si presentò nel locale blues che gestiva Dan, il “505 Club”, per proporgli di far parte di un programma radio che John stava prendendo in gestione per conto del “National Lampoon”. Dan rifiutò ma fece amicizia con Belushi, trovando alcune passioni in comune fra cui la musica blues.
I due si rincontreranno nel 1975, quando Lorne Michaels li scritturò per il nuovo programma della NBC del sabato sera: il “Saturday Night Live”. Il gruppo si autoproclamò “The Not Ready for Prime Time Players” (gli attori non pronti per la prima serata) ed era formato da Aykroyd, Belushi, Chevy Chase, Jane Curtin, Garrett Morris, Laraine Newman, Gilda Radner, Michael O’ Donoghue.
Il successo fu straordinario (e nel 1977 Bill Murray subentrò a Chevy Chase). La vera boccata fresca in una tv all’epoca ingessata era fatta di parodie televisive e umorismo irriverente, con Aykroyd scatenato nei panni di Jimmy Carter, Richard Nixon, Rod Sterling, per non parlare della famiglia “Coneheads” o la coppia formata con Steve Martin dei due fratelli emigrati in America, i Yortuk Festrunk, che si autodefinivano “i tizi pazzi e selvaggi” da Bratislava, oppure Fred Garvin, il prostituto.
Spesso gli autori, il cui staff era spesso composto anche dagli stessi attori incluso Dan, spingevano le bizzarrie quando sapevano quanto fosse eccentrico Aykroyd. Un celebre sketch parodia dei programmi di cucina vedeva Dan nei panni femminili di una donna che si tagliava una mano e continuava imperterrita a spiegare come comportarsi nonostante perdesse grosse quantità di sangue. Poiché ogni ospite previsto faceva sia il conduttore che interprete di quasi tutti gli sketch, molti di loro notarono la capacità di scrittura di Dan. Uno su tutti Eric Idle del gruppo Monty Python, che dichiarò che l’unico del SNL capace di essere un Python fosse proprio Dan.
Ovviamente Aykroyd recitava spesso con John Belushi. La loro passione per il blues diventò persino una scusa per essere ospiti musicali come i “Blues Brothers”, prima in un numero finale nel 1976, vestiti da api, poi in due puntate, nel loro storico abito scuro nel 1978. Il successo che Belushi aveva ottenuto nel cinema con “Animal House” quell’anno trascinò anche Dan che, visti gli impegni aumentare sul set, decise con il suo partner di lasciare il SNL nel ’79.
Poi be’, il resto è storia. Belushi e Aykroyd rendono i fratelli Blues una realtà, nascono i dischi, i tour con la banda, un film capolavoro di John Landis del 1980, arrivano alle hit parade. Purtroppo Belushi finì vittima del suo successo e per una serie di complicazioni con il proprio lavoro, andò in depressione rifugiandosi nelle droghe. Quando morì nel 1982, Dan aveva sulla sua scrivania alcuni progetti da fare col suo miglior amico. “Ghostbusters” fra questi, com’è noto, ma anche “Spie come noi”, “I Tre caballeros” ecc. In quel momento, oltre al dolore Dan doveva affrontare una carriera in solitaria. L’ultimo film con John, “I vicini di casa” (1981) e il suo primo film da protagonista, “Doctor Detroit” (1983) non andarono bene al botteghino. In salvezza vennero John Landis con “Una poltrona per due” (1983), in coppia con Eddie Murphy, e Ivan Reitman, che accolse la sua idea degli acchiappafantasmi e la presentò senza troppe difficoltà alla Columbia Pictures: affiancandosi a Harold Ramis e Bill Murray, Dan girò la commedia di maggior successo dell’epoca.
Dopo “Ghostbusters” la sua carriera ebbe un calo, o meglio la sua stella si affievolì con ruoli secondari o in film non proprio riusciti, ma la lezione di Aykroyd è sempre la stessa: è una leggenda vivente, eppure non ha mai cercato di essere una star. Lavora sodo, senza lamentarsi, sarà perché è canadese e il pazzo che salta da un taxi in corsa è un pazzo lontano (l’aneddoto, reale, lo ha raccontato Steve Martin), di certo Dan Aykroyd è un attore che preferisce partecipare, senza protagonismi.
Interpreta un sacco di commedie bizzarre, da “Spie come noi” (1985), con Chevy Chase, “La retata” (1987) con Tom Hanks, “Lo strizzacervelli” (1988), con Walter Matthau, “Non è stata una vacanza…è stata una guerra” (1988), con John Candy, “Ho sposato un’aliena” (1988) con Kim Basinger, rinnova il gruppo di Reitman con “Ghostbusters II” (1989), riesce finalmente ad avere una parte che gli fa dimostrare di essere un buon attore tanto da ricevere una nomination all’Oscar per “A spasso con Daisy” (1990), è in coppia con Gene Hackman in “Poliziotti a due zampe” (1990), sbanda paurosamente con la regia del film “Nient’altro che guai” (1991), ha due bei ruoli in due film di serie A, nei panni di Mack Sennett nel film “Charlot” (1992) e a fianco di Robert Redford nel cult “I signori della truffa” (1992). Dalla metà degli anni Novanta limita le sue apparizioni, a parte “Teste di cono”, ispirato al famoso sketch del SNL, che però è un fallimento al botteghino: appare in “Operazione Canadian Bacon” (1995), primo film di fiction di Michael Moore, e in un cult comico come “Tommy Boy” (1995), con la coppia Chris Farley e David Spade. Divide lo schermo con Steve Martin nel divertente “Sergente Bilko” (1996) e con Damon Wayans e Daniel Stern nel film “Celtric Pride – rapimento per sport” (1996), ma riesce a dare il meglio di sé in due apparizioni esilaranti, in “L’ultimo contratto (1997) e in “Due mariti per un matrimonio” (1996), ruoli degni della sua inquietante follia. La sua carriera subisce un brutto colpo con il flop del seguito dei fratelli Blues, “Blues Brothers 2000” (1998), sempre diretto da Landis. Qui e là continuerà a lavorare, a volte con soddisfazioni personali notevoli, citiamo Woody Allen che lo vuole nel film “La maledizione dello scorpione di giada” (2001), ricevendo anche complimenti dallo stesso Allen, o in alcune commedie natalizie fra le più riuscite, come “Fuga dal Natale” (2004), dove è con la coppia Tim Allen/Jamie Lee Curtis.
Oltre ad alcune apparizioni degne di nota, come a fianco del suo amico Jim Belushi nel suo “La vita secondo Jim”, o nel bellissimo film per la televisione “Dietro i candelabri” (2013), a fianco di Michael Douglas e Matt Damon, oggi com’è noto Dan è diventato un uomo d’affari. Nel 1992 è co-fondatore assieme alla Hard Rock della catena di locali “House of Blues” (sua socia è Judith Belushi Pisano, vedova di John), e nel 2007 con John Alexander fonda la Crystal Head Vodka, una linea di vodka imbottigliata in speciali teschi di cristallo. E’ anche un noto filantropo: ma voi lo sapete che canta anche nella canzone “We Are the World”? Incisa nel 1985, fu scritta da Michael Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi per l’Africa. E nel videoclip Aykroyd è lì nel coro, come sempre ha fatto.
Noi di Ghostbusters Italia lo abbiamo conosciuto nel 2013, durante un tour organizzato per la promozione della sua Vodka. Toccò Novara, Milano e Roma in pochi giorni, lasciando il segno e la sua simpatia nei nostri confronti con memorabili momenti. A Milano indossò uno dei nostri zaini protonici mentre a Roma conobbe Sergio Di Giulio, uno degli attori che gli diede la voce soprattutto quando è nei panni di Ray Stantz, l’entusiasta degli acchiappafantasmi.
Lo aspettiamo alle prossime occasioni, ora che il mondo Ghostbusters è ripartito più che mai.
Il Ghostbusters Day è stato festeggiato in tutto il mondo e in Italia le iniziative di Ghostbusters Italia sono state tante e che hanno coinvolto i soci e i fan in tutta la penisola. Ma l’omaggio più sentito è stato indubbiamente il cortometraggio che abbiamo pubblicato l’8 giugno, nel giorno del 38esimo anniversario del film di Ivan Reitman del 1984. Gb 38 – Italian Ghostbusters Day è un breve film che assembla i contributi girati dagli stessi soci, da Roma a Firenze, dal Piemonte all’Emilia Romagna, passando per la Basilicata e l’Abruzzo, montati da Edoardo Stoppacciaro. Edoardo, ormai i fan lo conoscono, è l’attore e doppiatore che ha realizzato il film Real – a Ghostbusters Tale, pubblicato su YouTube lo scorso anno con grandissimo successo, ed è stato supervisore, assieme a Valerio Albasini Di Giorgio, dei dialoghi italiani del film Ghostbusters Legacy oltre che voce di Egon Spengler nella scena post-credit. Insomma, un fan vero, e come potete vedere qui un cineasta a tutti gli effetti.
Ci è sembrato interessante raccontare la genesi di questa idea, promossa durante l’ultima riunione (noi come associazione ne facciamo qualche volta, ed è una baraonda totale) dal socio Andrea Ciaffaroni dietro suggerimento di Edoardo. Ebbene, sono stati presi sul serio! Così Edoardo si è unito a GbMax, il nostro Presidente, per realizzare una vera e propria guida cinematografica per i soci che avrebbero voluto partecipare all’idea di un contributo video da poi montare in un unico filmato. Poiché i tempi erano ristretti, circa due settimane prima del Gb Day, Edoardo butta giù nove idee con tanto di indicazioni di regia, storyboard ed eventuali battute, tutte diverse ma con un unico finale: lo stupore del protagonista che guardava verso il cielo sul quale sarebbe apparsa la scritta rassicurante “Ghostbusters Day”. Max manda un dettagliatissimo riepilogo ai soci, ed è questo il risultato. Il prologo, girato a Roma dietro il famoso Gazometro, ha visto partecipi un gruppo di ragazzi che stavano discutendo di cucina orientale di fronte ad un muro, scrivendoci sopra le loro impressioni; la scena girata in un albergo con i soci emiliani, è stata fatta durante un evento locale a Sassuolo; altre sequenze sono state girate in zone limitrofe alle abitazioni dei soci, incluso il nostro Alex, impersonator di Harold Ramis, che si è ripreso assieme alla moglie Sara in un campo di grano, inseguiti da scie misteriose. Questi riportati qui sotto sono i bozzetti originali degli storyboard disegnati da Edoardo.
Abbiamo chiesto ad Edoardo il significato di un cortometraggio come Gb 38, ed ha così risposto: “L’idea era cercare di rappresentare visivamente ciò che questo Ghostbusters Day significava per i fan. L’annuncio di grandi notizie da rivelare in occasione dell’Ecto Fest aveva creato una straordinaria aspettativa. E forse è anche il periodo storico a suscitare attesa in tutti noi. La speranza di un’uscita da questa maledetta pandemia, la speranza di vedere la storia degli Acchiappafantasmi andare avanti, ora con la consapevolezza che il franchise è in mano a persone che lo conoscono intimamente, che lo amano e lo rispettano, la speranza che il logo col fantasmino possa percorrere strade nuove e imprevedibili… Si aveva la sensazione che qualcosa di grosso (come viene detto all’inizio del video) stesse per arrivare.
Certo, quando si parla di un universo tanto amato e che tanto ha significato per così tante persone, un po’ di paura c’è sempre, ed è quello che volevamo raccontare mostrando i nostri Ghostbusters in uno stato iniziale di allerta.
Poi però volevamo anche dare un messaggio di ottimismo e di speranza. Il progetto originario prevedeva che in cielo si formasse una nube di gozeriana memoria dalla quale far comporre la scritta “GHOSTBUSTERS DAY”. Volevamo che i fan trovassero un’immagine familiare.
La scelta finale, invece, è stata che la scritta apparisse in un cielo terso durante una giornata di sole, perché ci piace pensare che, adesso che la storia è stata felicemente riavviata, il destino dei nostri eroi (vecchi e soprattutto nuovi) sia sereno e luminoso.
Quel che è certo è che la community italiana si è impegnata grandemente, a dispetto del pochissimo tempo a disposizione: abbiamo unito le forze e, anche se separati da molti chilometri, abbiamo trasformato il Ghostbusters Day in un’occasione per giocare di nuovo tutti insieme agli Acchiappafantasmi, creando un video in cui fosse centrale l’amore dei fan per questo universo meraviglioso: diciannove protagonisti e, allo stesso tempo, nessun protagonista. Perché secondo noi, è proprio questo lo spirito di “Ghostbusters”.
Gozer non si sconfigge imponendosi sugli altri, ma incrociando i flussi tutti insieme”.
Questo sarà il primo serie di video che l’associazione culturale Ghostbusters Italia realizzerà con Edoardo Stoppacciaro e il supporto dei Soci. Stay Tuned!
Il documentario sulla vita di Ray Parker Jr., meglio noto come l’autore e cantante del tema di Ghostbusters, esce oggi su Prime Video, a sorpresa con i sottotitoli in italiano. Al momento, è disponibile solo per il noleggio e l’acquisto. Disponibile anche lo stesso servizio su Apple TV, Google Play e Vudu. Questa la scheda ufficiale di Who You Gonna Call?, nome del documentario:
Il regista Fran Strine esplora l’affascinante vera storia dell’uomo che ha scritto e inciso la canzone di successo mondiale “Ghostbusters”, che è diventata un classico universalmente riconosciuto della cultura pop. Ray Parker Jr. ha concesso a Strine rivelazioni senza precedenti sulla sua storia mai raccontata prima: dal superare probabilità quasi impossibili crescendo nelle strade segregate di Detroit negli anni ’60 a realizzare il suo sogno di ottenere la propria stella sulla Hollywood Walk of Fame e vincere un GRAMMY. Who You Gonna Call? alza il sipario per rivelare la carriera poco conosciuta ma leggendaria di Parker, con Clive Davis e altre leggende della musica che condividono com’era collaborare con Parker, sia sul palco che fuori.
Come ha dichiarato Parker al Variety, “Fin dalla tenera età, sapevo di voler diventare un musicista. Era il mio sogno. La mia vita. Ho fatto tutto il possibile per farlo accadere. Vorrei dire che la fortuna è stata molto dalla mia parte, ma penso che la dedizione e la determinazione nel realizzare i miei sogni abbiano giocato un ruolo più importante”. Parker racconta: “Dico sempre ai giovani musicisti che se vuoi qualcosa, lavoraci sodo e perseguila. Quando trovi qualcosa in cui sei bravo, la parte divertente arriva solo per il tour! Inoltre, non pensare all’opzione 2. Rendi l’opzione 1 una realtà. Sei l’unico a farlo accadere. Sappi che creare musica è un processo collaborativo, quindi offriti sempre, divertiti e goditi il processo. Questo di solito garantisce le richiamate”.
Oggi sono sei anni dalla scomparsa di Stephen Dane, consulente attrezzista accreditato per Ghostbusters (1984) e Ghostbusters II (1989). Per dirla in parole povere, Dan Aykroyd fu la mente di tutto quello che circondava la parte tecnica degli acchiappafantasmi, ma il braccio fu Stephen, il cui contributo è stato riconosciuto in un secondo momento.
Per dare un’idea di quanto fu fondamentale per la progettazione delle attrezzature dei Ghostbusters, Mr. Dane ha aiutato la troupe a progettare il rivestimento interno ed esterno della Ecto-1 e della Ecto1-A, disegnando nel dettaglio tutto quello che riguarda l’attrezzatura sul portapacchi e ha supervisionato la verniciatura e varie acquisizioni delle parti esterne (scala, ecc.). Inoltre, Dane ha collaborato come consulente alla progettazione dello zaino protonico, della trappola, del “raccoglitore” per la melma, e dello Slime Blower. Quanto basta per meritarsi un nostro ricordo oggi.
Dane, nato nel 1941 e deceduto nel 2016, non aveva scampo, doveva lavorare a Hollywood: il padre lavorava nell’ufficio stampa della 20th Century Fox, la madre era un tre premio Oscar per i costumi. Si laurea nel 1961 alla University High School di Los Angeles mentre lavora part-time alla rivista “Life”, e prende lezioni come illustratore alla Douglas Aircraft Company, una delle maggiori compagnie aeree degli Stati Uniti che ha progettato durante la sua storia anche missili e velivoli spaziali. Successivamente ha preso altre due lauree, in lettere e in architettura. Avrebbe lavorato come architetto per tutta la vita quando nel 1973, cinque anni dopo aver cominciato la professione, decide di cambiare strada a fronte di una crisi del settore molto forte. Risponde ad un annuncio della Universal per nuovi progetti nel loro parco a tema, e l’ingresso nella industria gli ha permesso di lavorare come scenografo e art director in film come Blade Runner, Brainstorm – Generazione elettronica, La signora in rosso, Ritorno alla quarta dimensione, Balle spaziali e, ovviamente, Ghostbusters.
Nel dettaglio, come molti fan sanno bene, la lavorazione di Ghostbusters fu una corsa alla volpe senza precedenti: dall’okay della Columbia Pictures, nel maggio del 1983, Ivan Reitman aveva in calendario undici mesi di lavoro prima della sua uscita nel giugno del 1984. Le tempistiche erano quindi ridotte se si pensa che si partiva da una storia scritta da Dan Aykroyd poi rielaborata con Harold Ramis per tutta l’estate dell’83, alla fine della quale erano già iniziati i provini per gli attori, e il lavoro di preproduzione, prima di battere il primo ciak nell’ultima settimana di ottobre. Fra il copione definitivo e questo evento, passarono pochi mesi, se non settimane. È lo stesso Dane ad aver raccontato che ebbe solo sei settimane per portare a Reitman dei progetti sull’equipaggiamento abbastanza soddisfacenti per essere realizzati. Gli fu chiesta – esiste una data, 22 settembre 1983, quindi un mese prima del ciak iniziale! – una mano per lo zaino protonico, le trappole, e tutto il resto.
Alla fine, il lavoro di Dane si sovrappose con i suoi impegni, tanta era la roba da trovare. Si ispirò ad alcuni lancia fiamme per il proton pack, mentre per la Ecto-1, nonostante le indicazioni di Aykroyd per una Cadillac del 1959 fossero scritte in sceneggiatura, Dane andò al parco macchine degli Studi Burbank il 5 ottobre: scattò delle foto a tutte le ambulanze parcheggiate per tornare a casa e lavorare al design esterno e interno; il giorno dopo lavorò al proton pack con l’idea originale del lanciafiamme. Fino al 19 ottobre, giorno della spedizione della Cadillac da Los Angeles a New York, Dane ha lavorato senza sosta anche alla trappola. Dal 28 ottobre all’8 novembre, Dane era reperibile sul set per ogni rifinitura e migliorie sull’equipaggiamento e sulla Ecto-1.
Era così immerso nella lavorazione che trovò normale incrociare per le strade di New York la Ecto-1 con all’interno Aykroyd, Ramis, Bill Murray e Ernie Hudson mentre andavano a girare le scene al Municipio. Questo aneddoto lo raccontava spesso per la nonchalance con cui salutò loro con una mano, mentre Dan sfrecciava con una Cadillac del ’59, con un fantasma sullo sportello…
Per Ghostbusters II, Dane ha progettato il Giga Meter, il raccoglitore per la melma, e gli “Slime-Bower” (o spara-melma), e ridisegnato l’aspetto della Cadillac, trasformata in Ecto1-A. Nuovamente Dane si è interfacciato con Reitman e il copione, e per l’occasione ha utilizzato alcuni segnali di pericolo e avvertimento progettati per il precedente Blade-Runner.
Dane si era ritirato nel 2004, dopo aver lavorato a Squadra 49, per poi proseguire saltuari lavori come designer.
La sua figura è stata elogiata nel programma web Beyond The Marquee, registrata nel 2014, due anni prima che questo genio ci lasciasse. Una occasione unica, vedere Stephen Dane dentro la sua “creatura”. In quella occasione, Dane prestò alcuni suoi bozzetti originali al sito del programma, più un prezioso calendario dei suoi appuntamenti che anche noi abbiamo citato, e che dettaglia cronologicamente come e quando lavorò al primo Ghostbusters.
Siete disturbati da strani rumori nel pieno di una partita nella notte? Provate un senso di terrore in cantina o in soffitta mentre giocate col vostro visore VR? Voi o i vostri familiari avete mai visto spiriti, spiritelli o fantasmi virtuali? Se la risposta é sì… chi chiamerete?
Ovviamente i professionisti del paranormale!!!
In occasione del “Meta Quest Gaming Showcase” è stato annunciato un titolo davvero must have per gli amanti del franchise cult Ghostbusters, tornato ora più che mai in auge grazie all’acclamato film Ghostbusters: Legacy, stiamo parlando di “Ghostbusters VR”, un nuovo gioco dedicato agli acchiappafantasmi per la realtà virtuale.
Stando al video di presentazione, si tratta di una esperienza, con la possibilità di giocare da soli o in modalità cooperativa online, in cui bisogna andare a caccia di fantasmi in giro per diversi ambienti utilizzando attrezzature che sembrano differire dalle classiche viste nei film ma che fondamentalmente si rifanno agli iconici zaini protonici!
Stando al poco che è stato mostrato, sarà possibile personalizzare il proprio avatar e comunicare vocalmente con gli altri in puro stile metaverso diversamente dalle già pubblicate esperienze dedicate al film del 2016 “Ghostbusters VR: Firehouse e Showdown” (disponibile per PSVR) che ci consentiva una limitata avventura di gioco che però non poteva essere condivisa con altri utenti.
Allo sviluppo del gioco c’è nDreams, specialisti nei titoli per visori VR, mentre l’editore è Sony Pictures Virtual Reality (SPVR). Attualmente Ghostbusters VR è stato annunciato soltanto per Meta Quest 2, ma visto l’editore non sarebbe poi così strano di vederlo anche su almeno un’altra piattaforma, ossia PlayStation VR (o il visore di prossima uscita VR2).
Purtroppo al momento non é stata rilasciata alcuna dichiarazione riguardo ai tempi di uscita dell’esperienza ma per celebrare la notizia é stato rilasciato il sito ufficiale: GhostbustersVR.com sul quale siamo pronti a credere vedremo scopriremo presto molto di più!
Troverete notizie e aggiornamenti nei canali di Ghostbusters Italia!
Una bella notizia giunge dagli amici di Ghostbusters News: finalmente è stato confermato che finanziariamente il film di Jason Reitman Ghostbusters – Afterlife ha superato i 200 milioni di dollari d’incasso nel mondo.
Dopo l’apertura in Giappone lo scorso 4 febbraio (e una inosservata uscita in Slovacchia), il film ha portato a casa 3,4 milioni di dollari, che sommate alle cifre precedenti si arriva ad un totale di 204 milioni. Gli incassi nazionali, invece, si sono fermati a 129 milioni lo scorso 10 marzo, dopo 112 giorni di programmazione dalla sua data di uscita nelle sale lo scorso 19 novembre 2021.
Oltreoceano, l’incassomigliore lo ha raggiunto l’Inghilterra, con oltre 15 milioni di dollari incassati, seguita da Francia (4,9 milioni), Spagna (3,7 milioni), Germania (3 ml), Italia (2,7 ml), mentre si registrano ottimi risultati in Messico (6 ml), Australia (8,5 ml), Russia (3,8 ml). L’incasso definitivo in Italia è stato di 2.464.380 euro con quasi 360,000 presenze.
Pur se con risultati più bassi rispetto ad altri prodotti della Sony Pictures (Uncharted ha incassato 384 milioni di dollari nel mondo, mentre Spider Man: No Way Home un miliardo tondo, centesimo più, centesimo meno), Ghostbusters Afterlife ha dato un grosso sospiro di sollievo a chi sperava un rilancio del franchise, e così è stato: paragonando il precedente film di Paul Feig che sì, ha avuto un incasso mondiale maggiore (229 milioni), ma quello domestico è stato superato di mezzo milione dal film di Reitman figlio, e il budget era quasi il doppio (per non parlare delle critiche del pubblico), Afterlifeha vinto su molti fronti, anche nel mercato home video. Su quest’ultimo aspetto, possiamo aggiornarvi che in America è stato fra i prodotti più venduti: nel formato DVD, è stato primo in classifica per due settimane di fila e, al 20 febbraio, sono stati venduti 210,391 pezzi, mentre nel Blu-Ray, al primo posto la prima settimana, al 27 febbraio ha venduto 378,517 dischi: l’incasso delle vendite home-video è al momento di 11 milioni di dollari.
Ora che sta per arrivare un nuovo videogame, e le voci insistono sulla scrittura di un quarto capitolo, il mondo degli acchiappafantasmi dovrà aspettare ancora un bel po’ prima di andare in pensione. Sappiamo già chi chiamare.
Ecco una cosa di cui non sapevate di aver bisogno: il libro ufficiale delle ricette di Ghostbusters! Ispirato alla figura dei Mini Stay Puft di Ghostbusters Afterlife, il volume, presentato nella cover non ancora definitiva su Amazon americano, conterrà 50 ricette di cucina appetitose. Lo pubblica la ormai notissima casa editrice dei volumi del brand Insight Editions, e le menti creative sono Jenn Fujikawa (autore del volume Star Wars: The Life Day Cookbook: Official Holiday Recipes From a Galaxy Far) e lo sceneggiatore dei fumetti editi dalla IDW Erik Burnham. Non ci sono ancora anticipazioni quali ricette troveremo, ma ci sono probabilità su alcune di quelle proposte su YouTube a base di marshmallow.
Dai morsi delle grandi città ai gusti delle piccole, dai da mangiare al tuo demone interdimensionale con un buffet di ricette ispirate al paranormale con il primo libro di cucina ufficiale di Ghostbusters!
E chi chiamerai… per mangiare?! Con oltre 50 ricette ispirate all’amato film Ghostbusters del 1984 e proseguendo fino ai giorni nostri con Ghostbusters: Afterlife, questo libro di cucina celebra le personalità coraggiose di Egon, Venkman, Zeddemore e Stantz, insieme agli spettri, spiriti e fantasmi che hanno cercato di trasformare New York in una società distopico-Babilonese. Ma non sono i soli: sono in compagnia di una nuova generazione di Ghostbusters come Phoebe, Trevor, Podcast e Lucky che hanno salvato Summerville, in Oklahoma, dalla seconda venuta di Gozer! In effetti, è il podcast di Podcast, beh, a ispirare questo libro! Ora lui e Ray stanno setacciando gli archivi di Ghostbusters e registrando nuovi episodi per riportare in vita i cibi vecchi e nuovi preferiti del gruppo.
Ricco di fotografie a colori e pieno del divertimento e dello spirito dei film, Ghostbusters: The Official Cookbook è un must per i buongustai e gli appassionati di investigazione del paranormale.
50+ RICETTE: Include più di 50 ricette eccitanti e allettanti, da snack salati a deliziosi dessert; piatti indimenticabili che possono domare gli appetiti più spaventosi.
FOTO SPLENDIDE: Ricco di deliziose foto di ricette a colori.
RICETTE PER OGNI LIVELLO DI ABILITÀ: Ghostbusters: The Official Cookbook contiene ricette adatte a ogni cuoco casalingo; dal principiante allo chef esperto, ce n’è per tutti i gusti.
LIBRO DI CUCINA CON LICENZA UFFICIALE: creato in collaborazione con Sony Pictures Entertainment e Ghost Corps, questo è l’unico libro di cucina di Ghostbusters con licenza ufficiale.
Aggiornamento:
L’8 giugno in occasione del Ghostbusters Day è stata rivelata la cover ufficiale! L’ha pubblicata Fujikawa sul suo profilo Instagram.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Puoi conoscere i dettagli consultando la nostra privacy cliccando sul pulsante a lato. Cliccando su accetta, si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.