Le riprese del nuovo “Ghostbusters” inizieranno nel 2023?

Un importante aggiornamento riguardante le riprese del nuovo film di Jason Reitman sul mondo degli acchiappafantasmi, previsto come già comunicato in uscita nelle sale il prossimo 20 dicembre 2023. Con il titolo in lavorazione di Firehouse, il sequel di Ghostbusters Legacy entrerà in produzione con il primo ciak previsto, a quanto si legge sul numero 1317 di Production Weekly, per la primavera del 2023. Questo è quanto riportato nella scheda qui sotto. Non ci sono ancora conferme che non mancheremo di riportare, ma il dubbio che i tempi di produzione siano pochi per uscire a dicembre, e che possa essere spostato al 2024, è legittimo; nel frattempo, Jason Reitman ha tributato il padre Ivan durante una proiezione speciale qualche giorno fa a Los Angeles, invitando tutti a ridere così forte da farsi sentire in Paradiso. Il film Firehouse riporterà il cast principale (confermati al momento Ernie Hudson, Mckenna Grace, ) a New York, come raccontato qui.

Ringraziamo il socio Davide Passaia per lo scoop!

Il multiverso di “Ghostbusters” in due grandiose action figure!

Spaccafantasmi è un film del 1984 della coppia Belushi-Aykroyd, con un giovane Eddie Murphy spalla eccezionale, e oggi considerato un cult della comicità. No, non abbiamo bevuto, ma nel multiverso – il Dottor Strange insegna – o almeno da qualche parte deve essere successo! Poiché qualcuno ha pensato di farlo diventare realtà, anche se in termini di giocattolo da collezione, pensiamo sia interessante raccontare il background di questa storia.

Lo scozzese David produce action figure belle quanto singolari dietro il nome di Lightning Boltz Action Figures, e in questi giorni ne ha prodotte due in una categoria che ha definito parte del “multiverso” di Ghostbusters: sono infatti riprodotti, in tiratura limitata, John Belushi e Eddie Murphy nei panni rispettivamente di Peter Venkman e Winston Zeddemore. Sull’ipotesi del “What If”, David ha infatti immaginato come fossero stati Belushi e Murphy acchiappafantasmi esattamente come Dan Aykroyd, agli inizi del 1982, aveva previsto quando il film era ancora una bozza di copione, dal titolo Ghost Smashers. Stiamo parlando di un periodo molto lontano, quando Dan stava cercando un copione migliore per lui e Belushi, all’epoca una coppia comica che aveva dato grandi risultati con The Blues Brothers, ma aveva perso smalto con il successivo I vicini di casa, uscito nelle sale nel natale del 1981.

All’epoca Dan aveva già cominciato a scrivere il copione degli acchiappafantasmi con protagonisti i personaggi di Stantz, Venkman, e Ramsey (poi diventato Winston; Egon arriverà in un successivo momento, quando Harold Ramis subentrerà come co-sceneggiatore): Belushi era certamente previsto, mentre il nome di Eddie Murphy uscirà in un secondo momento, quando con Dan aveva avuto un ottimo rapporto di lavoro con il film girato alla fine dell’82 dal titolo Una poltrona per due. Come è purtroppo noto, Belushi morirà d’overdose nel marzo 1982, quello che è meno noto che Aykroyd, per non lasciar cadere il progetto, aveva inizialmente pensato a Richard Pryor come partner del suo film sui fantasmi, siccome Pryor all’epoca era uno dei comici più famosi del paese. La voce che Murphy fosse in lista è tuttavia una mezza verità: Ivan Reitman aveva dichiarato in tempi recenti che l’attore, all’epoca giovanissimo e con soli due film all’attivo, non fu interpellato personalmente, ma qualcuno, probabilmente Aykroyd, gli aveva parlato del film; Murphy in quel periodo aveva diversi progetti in fase di stallo e rifiutò l’offerta del suo collega. Tutti concordano che si trattasse del progetto di Beverly Hills Cops, ma non è corretto al 100%: il film entrò in produzione nel maggio 1984, quando Ghostbusters era ad un passo dalla distribuzione nelle sale, avvenuta a giugno. E’ possibile che l’ambizioso Murphy rifiutò l’offerta di Dan perché Beverly Hills Cops o qualsiasi altro film lo avrebbe messo come assoluto protagonista, mentre Ghostbusters era sopratutto un film corale. Tuttavia, quanto sarebbe stato curioso e diverso un Ghostbusters con tre pezzi forti come Belushi, Murphy e Dan? Nel frattempo, potete acquistare, al prezzo di 85 sterline l’uno, l’acquisto delle action figure di John Belushi e Eddie Murphy in versione Ghostbusters.

 

“Ghostbusters Afterlife” candidato ai Saturn Award!

Oggi sono state presentate le liste dei film interessati alle nomination per il Saturn Award, popolarmente noto come “l’Oscar della fantascienza” (ma al posto della statuetta, c’è il pianeta Saturno racchiuso in un anello di pellicola), poiché è un premio prestigioso e indipendente che riconosce i film con i migliori effetti speciali, il regista, il cast e i tecnici che ci hanno lavorato. Ghostbusters, di Ivan Reitman, ricevette il Saturn come Miglior Film Fantasy nel 1985, mentre Ghostbusters (2016) di Paul Feig, ebbe due nomination, come Miglior Film Fantasy e Attrice non protagonista (Kate McKinnon).

E ora a distanza di quasi quarant’anni, il film Ghostbusters Afterlife, diretto dal figlio Jason, concorrerà a ben quattro categorie, avendo ricevuto le nomination come Miglior Film Fantasy, Miglior Attrice non protagonista (Carrie Coon), Miglior attore emergente (Finn Wolfhard) e Migliori Effetti speciali visivi. Proclamate oggi, da lunedì 15 agosto partiranno le votazioni che culmineranno, il prossimo 25 ottobre, con la nomina dei vincitori. Ecco la lista completa delle nomination.

Siamo pronti a credere in Ghostbusters Afterlife!

Dan Aykroyd compie oggi 70 anni!

Oggi è un giorno di festa perché Dan Aykroyd compie 70 anni. Tutti noi “ghost-head” siamo grati al suo genio e alla sua intuizione di creare una “ditta” di disinfestazione del paranormale, ma come attore e autore Dan ha alle spalle una vita leggendaria che è andata oltre ai Ghostbusters. Ma voi lo sapete che carriera ha avuto?

Certo, dopo “Ghostbusters” la sua non è più stata a quei livelli, ma scavando bene ci sono molti titolti “cult”, minori forse, ma che portiamo sempre nel nostro cuore. Impossibile qui stilare una biografia dettagliata – ci vorrebbe un sito a sé! – ma qualcosina per darvi un’idea vogliamo riportarla.

Dan è canadese, nato nella capitale Ottawa, il 1° luglio 1952, e ha, da parte del nonno materno franco-canadese, origini inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche. Il padre Peter, oltre ad essere stato consigliere del Primo Ministro in carica negli anni ’70 e ’80, era un appassionato di investigazioni del paranormale, tanto da pubblicare il libro “The History of Ghosts”, nel 2009. Come scrisse Dan nella prefazione, suo padre da bambino aveva assistito a diverse sedute spiritiche e scritto libri sull’argomento, volumi letti avidamente da Dan e suo fratello Peter. Ma la aspirazione più forte del giovane Dan era quella artistica.

Oltre alla passione per la musica, Dan debuttò giovanissimo nella televisione canadese sfruttando la sua abilità nella dizione come speaker (ruolo che gli fece conoscere, alla fine degli anni Sessanta, uno dei responsabili dei programmi, di nome Ivan Reitman) e come attore in uno show condotto, fra gli altri, da Lorne Michaels, “The Hart and Lorne Terrific Hour” (CBS, 1970-71).

La sua prima svolta professionale accadde qualche anno dopo nel teatro più importante per studiare recitazione e improvvisazione, “The Second City”, fondata a Chicago ma che debuttava nella nuova sede a Toronto nel 1973, anno del diploma di Dan. Suoi compagni di “banco” erano, per dire, John Candy, Eugene Levy, Joe Flaherty, Brian Doyle-Murray (fratello di Bill), Gilda Radner, Catherine O’Hara. Fra il 1973 e il 1974 le sede di Chicago e di Toronto mescolarono gli allievi come formazione in differenti palcoscenici, e fu così che Dan conobbe Bill Murray, allievo del’ 74, e un “veterano” come Harold Ramis, diplomatosi nel 1969. L’incontro più importante accadde però alla fine del 1973, quando John Belushi, allievo del 1971, si presentò nel locale blues che gestiva Dan, il “505 Club”, per proporgli di far parte di un programma radio che John stava prendendo in gestione per conto del “National Lampoon”. Dan rifiutò ma fece amicizia con Belushi, trovando alcune passioni in comune fra cui la musica blues.

I due si rincontreranno nel 1975, quando Lorne Michaels li scritturò per il nuovo programma della NBC del sabato sera: il “Saturday Night Live”. Il gruppo si autoproclamò “The Not Ready for Prime Time Players” (gli attori non pronti per la prima serata) ed era formato da Aykroyd, Belushi, Chevy Chase, Jane Curtin, Garrett Morris, Laraine Newman, Gilda Radner, Michael O’ Donoghue.

Il successo fu straordinario (e nel 1977 Bill Murray subentrò a Chevy Chase). La vera boccata fresca in una tv all’epoca ingessata era fatta di parodie televisive e umorismo irriverente, con Aykroyd scatenato nei panni di Jimmy Carter, Richard Nixon, Rod Sterling, per non parlare della famiglia “Coneheads” o la coppia formata con Steve Martin dei due fratelli emigrati in America, i Yortuk Festrunk, che si autodefinivano “i tizi pazzi e selvaggi” da Bratislava, oppure Fred Garvin, il prostituto.

Spesso gli autori, il cui staff era spesso composto anche dagli stessi attori incluso Dan, spingevano le bizzarrie quando sapevano quanto fosse eccentrico Aykroyd. Un celebre sketch parodia dei programmi di cucina vedeva Dan nei panni femminili di una donna che si tagliava una mano e continuava imperterrita a spiegare come comportarsi nonostante perdesse grosse quantità di sangue. Poiché ogni ospite previsto faceva sia il conduttore che interprete di quasi tutti gli sketch, molti di loro notarono la capacità di scrittura di Dan. Uno su tutti Eric Idle del gruppo Monty Python, che dichiarò che l’unico del SNL capace di essere un Python fosse proprio Dan.

Ovviamente Aykroyd recitava spesso con John Belushi. La loro passione per il blues diventò persino una scusa per essere ospiti musicali come i “Blues Brothers”, prima in un numero finale nel 1976, vestiti da api, poi in due puntate, nel loro storico abito scuro nel 1978. Il successo che Belushi aveva ottenuto nel cinema con “Animal House” quell’anno trascinò anche Dan che, visti gli impegni aumentare sul set, decise con il suo partner di lasciare il SNL nel ’79.

Poi be’, il resto è storia. Belushi e Aykroyd rendono i fratelli Blues una realtà, nascono i dischi, i tour con la banda, un film capolavoro di John Landis del 1980, arrivano alle hit parade. Purtroppo Belushi finì vittima del suo successo e per una serie di complicazioni con il proprio lavoro, andò in depressione rifugiandosi nelle droghe. Quando morì nel 1982, Dan aveva sulla sua scrivania alcuni progetti da fare col suo miglior amico. “Ghostbusters” fra questi, com’è noto, ma anche “Spie come noi”, “I Tre caballeros” ecc. In quel momento, oltre al dolore Dan doveva affrontare una carriera in solitaria. L’ultimo film con John, “I vicini di casa” (1981) e il suo primo film da protagonista, “Doctor Detroit” (1983) non andarono bene al botteghino. In salvezza vennero John Landis con “Una poltrona per due” (1983), in coppia con Eddie Murphy, e Ivan Reitman, che accolse la sua idea degli acchiappafantasmi e la presentò senza troppe difficoltà alla Columbia Pictures: affiancandosi a Harold Ramis e Bill Murray, Dan girò la commedia di maggior successo dell’epoca.

Dopo “Ghostbusters” la sua carriera ebbe un calo, o meglio la sua stella si affievolì con ruoli secondari o in film non proprio riusciti, ma la lezione di Aykroyd è sempre la stessa: è una leggenda vivente, eppure non ha mai cercato di essere una star. Lavora sodo, senza lamentarsi, sarà perché è canadese e il pazzo che salta da un taxi in corsa è un pazzo lontano (l’aneddoto, reale, lo ha raccontato Steve Martin), di certo Dan Aykroyd è un attore che preferisce partecipare, senza protagonismi.

Interpreta un sacco di commedie bizzarre, da “Spie come noi” (1985), con Chevy Chase, “La retata” (1987) con Tom Hanks, “Lo strizzacervelli” (1988), con Walter Matthau, “Non è stata una vacanza…è stata una guerra” (1988), con John Candy, “Ho sposato un’aliena” (1988) con Kim Basinger, rinnova il gruppo di Reitman con “Ghostbusters II” (1989), riesce finalmente ad avere una parte che gli fa dimostrare di essere un buon attore tanto da ricevere una nomination all’Oscar per “A spasso con Daisy” (1990), è in coppia con Gene Hackman in “Poliziotti a due zampe” (1990), sbanda paurosamente con la regia del film “Nient’altro che guai” (1991), ha due bei ruoli in due film di serie A, nei panni di Mack Sennett nel film “Charlot” (1992) e a fianco di Robert Redford nel cult “I signori della truffa” (1992). Dalla metà degli anni Novanta limita le sue apparizioni, a parte “Teste di cono”, ispirato al famoso sketch del SNL, che però è un fallimento al botteghino: appare in “Operazione Canadian Bacon” (1995), primo film di fiction di Michael Moore, e in un cult comico come “Tommy Boy” (1995), con la coppia Chris Farley e David Spade. Divide lo schermo con Steve Martin nel divertente “Sergente Bilko” (1996) e con Damon Wayans e Daniel Stern nel film “Celtric Pride – rapimento per sport” (1996), ma riesce a dare il meglio di sé in due apparizioni esilaranti, in “L’ultimo contratto (1997) e in “Due mariti per un matrimonio” (1996), ruoli degni della sua inquietante follia. La sua carriera subisce un brutto colpo con il flop del seguito dei fratelli Blues, “Blues Brothers 2000” (1998), sempre diretto da Landis. Qui e là continuerà a lavorare, a volte con soddisfazioni personali notevoli, citiamo Woody Allen che lo vuole nel film “La maledizione dello scorpione di giada” (2001), ricevendo anche complimenti dallo stesso Allen, o in alcune commedie natalizie fra le più riuscite, come “Fuga dal Natale” (2004), dove è con la coppia Tim Allen/Jamie Lee Curtis.

Oltre ad alcune apparizioni degne di nota, come a fianco del suo amico Jim Belushi nel suo “La vita secondo Jim”, o nel bellissimo film per la televisione “Dietro i candelabri” (2013), a fianco di Michael Douglas e Matt Damon, oggi com’è noto Dan è diventato un uomo d’affari. Nel 1992 è co-fondatore assieme alla Hard Rock della catena di locali “House of Blues” (sua socia è Judith Belushi Pisano, vedova di John), e nel 2007 con John Alexander fonda la Crystal Head Vodka, una linea di vodka imbottigliata in speciali teschi di cristallo. E’ anche un noto filantropo: ma voi lo sapete che canta anche nella canzone “We Are the World”? Incisa nel 1985, fu scritta da Michael Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi per l’Africa. E nel videoclip Aykroyd è lì nel coro, come sempre ha fatto.

Noi di Ghostbusters Italia lo abbiamo conosciuto nel 2013, durante un tour organizzato per la promozione della sua Vodka. Toccò Novara, Milano e Roma in pochi giorni, lasciando il segno e la sua simpatia nei nostri confronti con memorabili momenti. A Milano indossò uno dei nostri zaini protonici mentre a Roma conobbe Sergio Di Giulio, uno degli attori che gli diede la voce soprattutto quando è nei panni di Ray Stantz, l’entusiasta degli acchiappafantasmi.

Lo aspettiamo alle prossime occasioni, ora che il mondo Ghostbusters è ripartito più che mai.

Auguri Dan, auguri leggenda.

Andrea Ciaffaroni

In ricordo di Stephen Dane, “papà” della Ecto-1

Oggi sono sei anni dalla scomparsa di Stephen Dane, consulente attrezzista accreditato per Ghostbusters (1984) e Ghostbusters II (1989). Per dirla in parole povere, Dan Aykroyd fu la mente di tutto quello che circondava la parte tecnica degli acchiappafantasmi, ma il braccio fu Stephen, il cui contributo è stato riconosciuto in un secondo momento.

Per dare un’idea di quanto fu fondamentale per la progettazione delle attrezzature dei Ghostbusters, Mr. Dane ha aiutato la troupe a progettare il rivestimento interno ed esterno della Ecto-1 e della Ecto1-A, disegnando nel dettaglio tutto quello che riguarda l’attrezzatura sul portapacchi e ha supervisionato la verniciatura e varie acquisizioni delle parti esterne (scala, ecc.). Inoltre, Dane ha collaborato come consulente alla progettazione dello zaino protonico, della trappola, del “raccoglitore” per la melma, e dello Slime Blower. Quanto basta per meritarsi un nostro ricordo oggi.

Dane, nato nel 1941 e deceduto nel 2016, non aveva scampo, doveva lavorare a Hollywood: il padre lavorava nell’ufficio stampa della 20th Century Fox, la madre era un tre premio Oscar per i costumi. Si laurea nel 1961 alla University High School di Los Angeles mentre lavora part-time alla rivista “Life”, e prende lezioni come illustratore alla Douglas Aircraft Company, una delle maggiori compagnie aeree degli Stati Uniti che ha progettato durante la sua storia anche missili e velivoli spaziali. Successivamente ha preso altre due lauree, in lettere e in architettura. Avrebbe lavorato come architetto per tutta la vita quando nel 1973, cinque anni dopo aver cominciato la professione, decide di cambiare strada a fronte di una crisi del settore molto forte. Risponde ad un annuncio della Universal per nuovi progetti nel loro parco a tema, e l’ingresso nella industria gli ha permesso di lavorare come scenografo e art director in film come Blade Runner, Brainstorm – Generazione elettronica, La signora in rosso, Ritorno alla quarta dimensione, Balle spaziali e, ovviamente, Ghostbusters.

Nel dettaglio, come molti fan sanno bene, la lavorazione di Ghostbusters fu una corsa alla volpe senza precedenti: dall’okay della Columbia Pictures, nel maggio del 1983, Ivan Reitman aveva in calendario undici mesi di lavoro prima della sua uscita nel giugno del 1984. Le tempistiche erano quindi ridotte se si pensa che si partiva da una storia scritta da Dan Aykroyd poi rielaborata con Harold Ramis per tutta l’estate dell’83, alla fine della quale erano già iniziati i provini per gli attori, e il lavoro di preproduzione, prima di battere il primo ciak nell’ultima settimana di ottobre. Fra il copione definitivo e questo evento, passarono pochi mesi, se non settimane. È lo stesso Dane ad aver raccontato che ebbe solo sei settimane per portare a Reitman dei progetti sull’equipaggiamento abbastanza soddisfacenti per essere realizzati. Gli fu chiesta – esiste una data, 22 settembre 1983, quindi un mese prima del ciak iniziale! – una mano per lo zaino protonico, le trappole, e tutto il resto.

Alla fine, il lavoro di Dane si sovrappose con i suoi impegni, tanta era la roba da trovare. Si ispirò ad alcuni lancia fiamme per il proton pack, mentre per la Ecto-1, nonostante le indicazioni di Aykroyd per una Cadillac del 1959 fossero scritte in sceneggiatura, Dane andò al parco macchine degli Studi Burbank il 5 ottobre: scattò delle foto a tutte le ambulanze parcheggiate per tornare a casa e lavorare al design esterno e interno; il giorno dopo lavorò al proton pack con l’idea originale del lanciafiamme. Fino al 19 ottobre, giorno della spedizione della Cadillac da Los Angeles a New York, Dane ha lavorato senza sosta anche alla trappola. Dal 28 ottobre all’8 novembre, Dane era reperibile sul set per ogni rifinitura e migliorie sull’equipaggiamento e sulla Ecto-1.

Era così immerso nella lavorazione che trovò normale incrociare per le strade di New York la Ecto-1 con all’interno Aykroyd, Ramis, Bill Murray e Ernie Hudson mentre andavano a girare le scene al Municipio. Questo aneddoto lo raccontava spesso per la nonchalance con cui salutò loro con una mano, mentre Dan sfrecciava con una Cadillac del ’59, con un fantasma sullo sportello…

Per Ghostbusters II, Dane ha progettato il Giga Meter, il raccoglitore per la melma, e gli “Slime-Bower” (o spara-melma), e ridisegnato l’aspetto della Cadillac, trasformata in Ecto1-A. Nuovamente Dane si è interfacciato con Reitman e il copione, e per l’occasione ha utilizzato alcuni segnali di pericolo e avvertimento progettati per il precedente Blade-Runner.

Dane si era ritirato nel 2004, dopo aver lavorato a Squadra 49, per poi proseguire saltuari lavori come designer.

La sua figura è stata elogiata nel programma web Beyond The Marquee, registrata nel 2014, due anni prima che questo genio ci lasciasse. Una occasione unica, vedere Stephen Dane dentro la sua “creatura”. In quella occasione, Dane prestò alcuni suoi bozzetti originali al sito del programma,  più un prezioso calendario dei suoi appuntamenti che anche noi abbiamo citato, e che dettaglia cronologicamente come e quando lavorò al primo Ghostbusters.

Batman con Bill Murray e Eddie Murphy? Poteva accadere!

È tornato alla ribalta un aneddoto che riguarda la carriera di Bill Murray e dei suoi numerosi e a volte clamorosi rifiuti di alcuni ruoli che hanno fatto la fortuna di altri attori. La cosa non dovrebbe stupirvi molto perché la storia del cinema è colma di storie così, ma leggere che Murray era stato uno dei primi attori considerati per fare Batman per la regia di Tim Burton vi ha sicuramente incuriosito. Dovrebbe, ma attenzione, nel 1989 anche Michael Keaton era una scelta strana: come Bill, anche Keaton aveva avuto passati trascorsi nel mondo della comicità, come stand-up e attore in film come Night Shift – turno di notte, Mister mamma e Beetlejuice – Spiritello porcello, e inserirlo in un ruolo così cupo fu per Burton una bella scommessa vinta.

Tuttavia, è sempre meglio fare un po’ di chiarezza.

 

Il New York Times, nel febbraio del 1989, rivelò che Murray avrebbe dovuto fare Batman prima che subentrasse Keaton, a riprese iniziate nell’ottobre 1988. Quello che non era stato ancora raccontato, è che il progetto risaliva al 1977, e negli anni il treno delle idee trascinò anche Ivan Reitman come regista di una versione quasi parodistica con Murray e…. Eddie Murphy. In una intervista recente a Yahoo, Murray ha spiegato: “Ne parlai con Eddie Murphy, e lui voleva fare il ruolo di Batman. Questo è quanto uscì da quella conversazione”. E Ha aggiunto: “Non voglio essere il ‘Wonder Boy’ di nessuno – ha proseguito Murray. Forse molto prima, quando ero un ragazzo. Ma negli anni ’80 era troppo tardi per quello. Inoltre, non potevo indossare quell’outfit. Eddie sta bene in viola, e io sto bene in viola. In rosso e verde, sembro uno degli elfi di Babbo Natale. C’era solo molta vanità coinvolta nella produzione. Non sarebbe mai potuto succedere”. Difficile immaginare che versione di Batman sarebbe uscita con una coppia così, né quanti sequel Bill avrebbe sopportato di fare, ma del resto neanche Murphy riuscì a partecipare a Ghostbusters, ricordate? E non perché non volle, ma semplicemente era impossibilitato, perché impegnato con le riprese di Beverly Hills Cop (a prova di quanto si è sempre detto, il film era in fase di pre-produzione quando le riprese di Ghostbusters erano terminate, e gli era quindi impossibile esserci). Murphy e Bill hanno invece in comune un altro clamoroso rifiuto: Eddie Valiant in Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988). Ma mentre Murphy rifiutò volutamente il ruolo perché secondo lui, all’epoca, mescolare animazione con attori in carne ed ossa era, parole sue, “una stronzata”, il buon Bill, per il famoso “vizio” di non avere un agente, fu semplicemente impossibile da contattare. E dire che Spielberg lo voleva fortemente, e per la cronaca quando questa storia saltò fuori pare che Bill non l’abbia presa per niente bene.

Jason: “Ha trasformato il suo destino in una risata di gioia”

“Ho perso il mio eroe. Tutto ciò che chiedo al mondo è di poter raccontare a mio padre un’altra storia. Veniva da una famiglia di rifugiati e ha trasformato il suo destino in una risata di gioia. Vi ringrazio per i tanti messaggi affettuosi. Per favore, godetevi i suoi film e ricordatevi il suo splendido saper raccontare. Nulla lo renderebbe più felice”.

Jason Reitman.

Dopo aver fatto il provino per Ghostbusters, Ivan si è avvicinato, mi ha sorriso e mi ha dato una pacca sulla testa. Ricordo di aver tanto desiderato una foto assieme a lui, pensavo che quella sarebbe stata la mia unica chance, ma in quell’occasione dovevo comportarmi in maniera professionale. Non avevo idea dell’importanza che nella mia vita avrebbero assunto lui, la sua famiglia e gli Acchiappafantasmi: da quando ho avuto la possibilità di interpretare Phoebe, sono entrata a far parte di un’enorme famiglia di Ghostbuster che abbraccia il mondo intero. Ivan era un nonno per tutti noi, premuroso e gentile – l’aver reso lui e Jason orgogliosi ha significato e tutt’ora significa così tanto… dedico un pensiero a loro e all’intera famiglia Reitman.

McKenna Grace.

Di seguito alcuni messaggi apparsi sui social da parte dei colleghi e amici (post in aggiornamento)

https://twitter.com/carriecoon/status/1493072862596546560?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1493072862596546560%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fghostbustersnews.com%2F2022%2F02%2F14%2Fghostbusters-cast-remembers-director-ivan-reitman%2F

https://twitter.com/Logan_Kimchi/status/1493089335901671428?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1493089335901671428%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fghostbustersnews.com%2F2022%2F02%2F14%2Fghostbusters-cast-remembers-director-ivan-reitman%2F

Un tributo a Ivan Reitman

Esistono cineasti che nel loro lavoro vengono considerati “maestri”, un po’ per l’età longeva ma anche per aver insegnato qualcosa durante la loro carriera. Ivan Reitman, che ci ha lasciato improvvisamente lo scorso 12 febbraio, era un maestro soprattutto nell’averci insegnato cosa vuol dire entusiasmo: per il cinema, e per la commedia.

Aveva un senso dell’umorismo irriverente, ben legato allo spirito anarchico del National Lampoon, la celebre rivista satirica americana che cambiò le regole della comicità: Reitman ha prodotto, agli inizi della sua carriera, lo spettacolo teatrale dello show radiofonico diretto da John Belushi, nel 1974-75. Il cast era composto da Belushi, Brian-Dyole Murray, Harold Ramis, Bill Murray, Gilda Radner. Già questo dovrebbe dare una idea di cosa è stata l’esperienza di Reitman nel mondo comico. Produrrà poi Animal House (1978), altro classico delle commedie collegiali, maleducato e esilarante; alla regia spalleggia il debuttante Bill Murray nel film Polpette (1979), e sempre con Bill incontra Harold Ramis in Stripes (1981), una prova generale di Ghostbusters (1984).  E’ interessante far notare che Ivan Reitman aveva origini cecoslovacche, e con la famiglia si era trasferito in Canada agli inizi degli anni Cinquanta. Nei suoi primi lavori professionali, Reitman produceva programmi televisivi nella stazione indipendente CITY-TV, con sede a Toronto: è lì che incontra un giovanissimo Dan Aykroyd, voce dei promo televisivi. Reitman si entusiasmò molto quando Dan, nel 1983, gli presentò il progetto di un film con degli acchiappafantasmi, e non esiterà a girare il film e il suo seguito nel 1989. La carriera di Ivan è stata successivamente legata alle commedie, eccezion fatta per film come Pericolosamente insieme (1986), e citiamo: Gemelli (1988), Un poliziotto alle elementari (1990) Dave – Presidente per un giorno (1993), Due padri di troppo (1997), Evolution (2001). Nel 2000 ha fondato la The Montecito Picture Company, che ha prodotto, fra le varie cose, il reboot de La pantera rosa (2006) con Steve Martin e, ovviamente, l’ultimo grande capitolo di Ghostbusters diretto dal figlio Jason.

Noi fan di Ghostbusters ci sentiamo orfani oggi di un padre della commedia, che ha avuto la fortuna come noi di vedere il franchise ancora una volta portato in gloria.

Grazie maestro, ci vediamo dall’altra parte.

Andrea Ciaffaroni