Bill Murray e Ernie Hudson ospiti da Jimmy Fallon!

Dopo la strepitosa anteprima di Ghostbusters: Frozen Empire a New York, Bill Murray e Ernie Hudson irrompono durante il monologo di Jimmy Fallon al suo The Tonight Show Starring Jimmy Fallon, e comincia lo show della loro ospitata!

Fallon chiede ai due attori se durante le riprese del primo Ghostbusters, quarant’anni fa, ebbero l’impressione che sarebbe stato un grosso successo. Murray risponde di sì, e ricorda che dopo aver visto uno spezzone delle riprese della prima cattura di un fantasma a casa di Ivan Reitman durante un pranzo del Ringraziamento, tornò sul set dicendo di rilassarsi perché avevano tra le mani qualcosa di grosso. Ernie risponde di no, e di aver visto per la prima volta il film assieme al pubblico durante l’anteprima (del 7 giugno 1984, n.d.r.), e di essersi reso conto di quanto fosse speciale dalla reazione della gente che rideva senza fermarsi. Fallon ricorda quanto fosse stata importante anche la canzone di Ray Parker Jr. e fa vedere loro lo spezzone finale del videoclip con i due assieme a Aykroyd, Parker e Ramis ballare a Times Square. Murray ricorda che la gente in strada non avesse idea di chi fossero, lasciandoli indisturbati durante le riprese. Nella seconda parte dell’intervista, parlando della loro passione per lo sport, Fallon ricorda i film girati sull’argomento, Ritorno dal nulla (The Basketball Diaries, 1995), dove Hudson è contro Leonardo Di Caprio, e Space Jam (1996) per Murray. Si passa ai loro inizi nelle scuole di recitazione – Murray ricorda il suo debutto, a dire suo terribile, con John Candy – e poi a Ghostbusters Frozen Empire. “Lo abbiamo visto per la prima volta ieri sera”, dice Bill, “Sarà davvero roba grossa, gente. Odio dirlo, ma sarà davvero grande. Sarà un film grande e spontaneo che vi piacerà molto. È davvero divertente. È davvero buono“. Ernie tira fuori un elenco di nomi da ricordare, per il rischio di dimenticarli. Primo nome? Dan Aykroyd! Insegnano poi a Fallon come impugnare uno zaino protonico…ma il resto potete godervelo qui sotto, con una speciale esibizione di “Ghostbusters” di e con Ray Parker Jr!

Quando “Ghostbusters” uscì in Italia, 39 anni fa

Sono passati 39 anni dalla prima apparizione sugli schermi di Ghostbusters nelle sale italiane. Era – è il caso di dirlo – il lontano 31 gennaio 1985.

Abbiamo raccontato la storia di questo film nello speciale numero della nostra fanzine , ma approfittiamo di quest’occasione e per rivisitare, accompagnandovi nuovamente indietro nel tempo, i gloriosi giorni dei natali nostrani del “colossal soprannaturale”.

“Flano” del 31 gennaio 1985 ©Corriere della sera

È giusto innanzitutto precisare che il sistema cinematografico nel nostro paese era piuttosto differente rispetto ad oggi, a cominciare dalla distribuzione dei film nelle sale che non era simultanea in tutte le città, dando in primis priorità alle cosiddette “città capozona”, per l’esattezza dodici e comprensive, fra le altre, di Roma, Bologna, Milano, Torino e Napoli. Su questa dozzina puntavano gli esercenti per il calcolo degli incassi maggiori e quando Ghostbusters debuttò in prima visione, come dicevamo, giovedì 31 gennaio 1985, i risultati furono maggiori alle aspettative.  Secondo Il giornale dello spettacolo, solo nei primi 46 giorni di programmazione la pellicola incassò ben 484 milioni di lire, cifre che oggi sono difficilmente comprensibili, ma che all’epoca rappresentavano un chiaro segno di eccezionale riuscita commerciale.

Il film di Ivan Reitman, del resto, fu anticipato in Italia, arrivando all’appetito del grande pubblico, con le notizie che trapelavano dall’oltreoceano, le quali raccontavano di un successo mai visto prima d’ora e consentirono ai distributori, oltre a sviluppare una piena fiducia, e di confidare nella riuscita del prodotto nel contesto del mercato europeo. Mentre in alcune nazioni del continente si aspettò l’autunno per l’inserimento ufficiale nel listino delle uscite, da noi, come in Germania, si decise di posticiparne la prima direttamente allo scoccare del nuovo anno. Il motivo di tale scelta ci fu personalmente illustrato dal diretto incaricato, il compianto presidente della C.E.I.A.D. (la filiale italiana della Columbia Pictures) Paolo Ferrari, che in un’intervista rilasciata a Ghostbusters Italia nel 2014 ci disse che si trattò di una tattica di carattere commerciale, presa in vista delle uscite cinematografiche natalizie di fine ’84, già proscenio per ben due sicuri campioni di incassi che avrebbero potuto rovinare la “sorpresa” di Ghostbusters, ossia Non ci resta che piangere, con l’asse Benigni-Troisi, e I due carabinieri, diretto e interpretato da Carlo Verdone in coppia con Enrico Montesano, entrambi prodotti dalla Cecchi Gori, ma al contempo distribuiti dalla stessa CEIAD.

Il gennaio del 1985 risultò quindi mese vincente, per la sua riuscita: anche se “sfidato” da un’altra coppia tricolore, quella di Pozzetto-Celentano con Lui è peggio di me, uscito a febbraio, Ghostbusters registrò una risposta incredibile del pubblico italiano: nelle 12 città capozona incassò quasi sei miliardi di lire, risultò quindi essere il film più visto della stagione, secondo solo a Non ci resta che piangere, con 13 miliardi di lire totali di profitto.

Per gli amanti delle date: Ghostbusters – Acchiappafantasmi (registrato per il Nulla Osta il 29 novembre 1984 con il n. 80254) esce il 31 gennaio a Roma, Bologna, Torino, Napoli; il 1° febbraio ad Ancona e Catania; il 6 gennaio a Cagliari; il 7 febbraio a Milano, Padova, Genova; 8 febbraio, a Firenze; il1 4 febbraio, a Bari.

1 febbraio 1985 ©Corriere della sera

Presto detto, fu dunque subito Ghostbusters-mania: a fine dicembre del 1984, il 45 giri di Ray Parker Jr., a tutti gli effetti apripista al successo intercontinentale del film, era già entrato nella hit parade italiana dei singoli, per poi salire infine la cima della classifica dei primi cinque più venduti. Gli adesivi del logo “No Ghost” e le magliette promozionali andavano a ruba – letteralmente, secondo quanto ci raccontò sempre Ferrari, tanto da portare gli abusivi, in sentore di guadagno facile, a distribuirne fra le bancarelle una versione ovviamente tarocca. Dopotutto, ai tempi il passaparola per un film poteva diffondersi tra gli spettatori in pochi modi, incluse le voci di un certo fanatismo nelle sale e perfettamente rappresentati da due casi alquanto clamorosi: in un cinema di Milano dovettero intervenire i carabinieri per tenere a bada una fila lunghissima di spettatori scatenati, mentre i gestori della sala “Arlecchino”, sita in quel di Torino, furono costretti a chiudere i battenti per dieci giorni per aver violato le norme di sicurezza vigenti, pizzicati da un ispettore sanitario che aveva scoperto alcuni spettatori, talmente invogliati dal film, arrivati a pagare il costo del biglietto per vederlo interamente in piedi, anziché regolarmente seduti!

 

Erano rischi giustificati dagli incassi. Pensate che al 24 marzo 1985, a Roma Ghostbusters era in cartellone da 52 giorni senza sosta in quattro sale, alle quali poi se ne aggiunsero altre tre, con 255.000 spettatori raggiunti, mentre a Torino aveva registrato un totale di 76mila presenze: alla fine dei giochi, le città capozona avevano “acchiappato” oltre 1 milione di spettatori al 30 giugno.

Ricordiamo anche che all’uscita di Ghostbusters, i formati di riproduzione home video casalinghi, prima fra tutti la benemerita videocassetta VHS, contava un numero elevatissimo di contraffazioni, con conseguente distribuzione dei film appena usciti nelle sale all’interno del mercato della pirateria. La C.E.I.A.D. fece di tutto per evitare che questo scenario da mercato nero intaccasse oltremodo i prodotti di punta delle sale cinematografiche, tanto da istituire una vigilanza armata negli stabilimenti della Technicolor di Roma, dove si sviluppavano le pellicole destinate ai cinema, pagate 24 ore su 24 per sorvegliare appunto le copie di Ghostbusters, nel tentativo di “costringere” il pubblico a recarsi in sala, immantinente e senza alternative. Purtroppo, per quanto fosse possibile contenere il fenomeno, quando uscì in Italia per la prima volta in VHS, precisamente nel gennaio del 1986, il film registrò anche il triste record fra i titoli più piratati.

Sempre con l’ausilio di qualche data, pensate a quanto siano cambiati i tempi: uscito nel 1985, Ghostbusters andò in onda in televisione solo quattro anni dopo, nel dicembre del 1989 su Canale 5. In quel periodo era anche uscito nelle sale Ghostbusters II, il cartone animato The Real Ghostbusters ci faceva compagnia su Italia 1, fra la merenda e i compiti (…sì, okay, li faccio dopo… giusto?). Cresciuti in quel contesto così vivo, fragorosamente e familiarmente affabile, successivamente a quello scandire ritmico e rapido del tempo, in misura ghostbusteriana, ci siamo trovati in una sorta di limbo silente, nell’attesa che qualcosa, qualche luce potesse far presagire il ritorno sugli schermi dei nostri beniamini. Attendendo per molti anni, abbiamo visto infine il rilancio del brand nel 2016, con un reboot al femminile, e finalmente il tanto agognato seguito ufficiale prender forma, nel 2021. Questo Natale, torneremo dunque in sala per tastare con mano, ancora una volta e con la nota impazienza che ci contraddistingue, quanto acchiappare i fantasmi ci faccia sentire bene e ci renda tutti colleghi ghostbusters.

Infatti, 38 anni dopo siamo sempre qui, a credere in loro.

Andrea Ciaffaroni & Andrea Persica

Adam Savage analizza la trappola e il PKE dell’Hasbro!

Vicinissimi alla metà finale della conclusione della campagna della Hasbro Pulse, “due in cassetta, che comprende la riproduzione della trappola per fantasmi e del P.K.E. e pronti per essere realizzati, Adam Savage non perde tempo e tocca con mano l’alta qualità dei prodotti per un video pubblicato oggi. Il progettista principale Kevin Evans illustra ad Adam le caratteristiche operative di queste due repliche di oggetti di scena e Adam ne esamina la verniciatura e i dettagli di finitura per vedere come si confrontano con gli zaini protonici HasLab. Inoltre, viene svelato un ultimo livello di ricompensa per i finanziatori, un ulteriore stretch goal a 20.000 finanziatori che, se raggiunto, aggiungerà una patch “engineer corp” (distaccamento ingegneri), che si vede brevemente nel trailer di Ghostbusters: Frozen Empire. La patch è riconducibile ad un centro di ricerca dei Ghostbusters, e poichè non è facile individuarla, eccola qui:

Ricordiamo, per tutti coloro che vorrebbero partecipare alla campagna di finanziamento, basta solo cliccare qui, inserire i vostri dati e il pagamento che, importante, sarà effettuato solo allo scadere della raccolta, alle ore 05:59 di mercoledì 12 dicembre. Da quel momento, poiché la campagna scade fra 5 giorni e mancano meno di 500 finanziatori al goal finale di 18,000, si andrà in produzione in tempo per la spedizione fra un anno, nel dicembre del 2024. 

Il video è visibile qui sotto.


 

Ad Atlanta le ultime riprese di Ghostbusters Frozen Empire!

Le ultime notizie riguardano le nuove ed ultime riprese del film Ghostbusters Frozen Empire.

Mentre in precedenza avevamo riportato la notizia che Mckenna Grace era stata costretta a rinunciare ad una convention di fan nel Regno Unito e gli organizzatori avevano dichiarato che era stata “chiamata per alcune riprese aggiuntive”, ora, grazie a Ghostbusters News, possiamo confermare che la produzione si sta svolgendo su un set chiuso ad Atlanta, in Georgia. Oltre alla Grace, sono stati avvistati alcuni dei protagonisti del film, tra cui Paul Rudd, Carrie Coon, Celeste O’Connor, Annie Potts e Dan Aykroyd, ovviamente affiancati dal regista Gil Kenan e dal produttore Jason Reitman. Qualche settimana fa, su un gruppo internazionale di fan Ghostbusters su Facebook, un utente aveva pubblicato uno screenshot di una conversazione fra lui ed un suo amico stuntman di una chiamata di lavoro per il set di Kenan, come controfigura di Paul Rudd, fra il 2 e il 7 dicembre: facendo ricerche incrociate sull’IMDB, lo abbiamo individuato in Colin Follenweider, già impegnato in questo ruolo nei film di Ant-Man e nell’ultimo Avengers: Endgame.

Secondo l’agenzia dello spettacolo di base ad Atlanta “Cl Casting”, conferma la richiesta di figuranti dal 2 al 7 dicembre, fra Fayetteville e Atlanta.

Si ipotizza che si tratti di riprese dell’ultimo minuto, che non dovrebbero ritardare ulteriormente Frozen Empire, il cui arrivo nelle sale è previsto per il weekend di Pasqua del prossimo anno, il 29 marzo 2024. In effetti, la Sony Pictures ha recentemente raddoppiato la data di uscita, non solo annunciando che la serie a fumetti di quattro numeri della Dark Horse prenderà il via pochi giorni prima, ma anche confermando una prima quasi simultanea in tutto il mondo.

Kumail Nanjiani: “Il nuovo film è ispirato alla serie animata”

Dopo neanche 24 ore dalla pubblicazione del primo trailer del nuovo capitolo, intitolato Ghostbusters: Frozen Empire, a Hollywood sono giunte buone notizie: lo sciopero degli attori è giunto ad un punto di svolta con un accordo preliminare firmato proprio ieri, della durata di tre anni. Il comunicato non rivela, per il momento, tutti i dettagli, ma, leggiamo, “afferma che il sindacato ha ottenuto aumenti salariali “superiori alla media”, aumenti per le comparse e un aumento dei massimali per i fondi pensionistici e sanitari, oltre a un compenso extra per lo streaming e a tutele contro l’IA“. Questo accordo arriva dopo 148 giorni di sciopero, durante i quali gli attori iscritti non potevano prendere parte a nessuna iniziativa promozionale, ed è per questo che il cast del film diretto da Gil Kenan era ieri in religioso silenzio, né potevano condividere nulla. Ora che sono tornati a lavoro, alla chetichella parte del cast ha cominciato a condividere il trailer sui loro profili social, come Dan Aykroyd, Annie Potts, Logan Kim, Mckenna Grace, per il momento, e sopratutto Kumail Nanjiani, che ha pubblicato il video con una nota personale interessante:

Ghostbusters è stato il mio primo film preferito. Ricordo la prima volta che lo guardai. Mi sembrava che qualcuno avesse fatto un film solo per me.

Comunque ecco il teaser trailer del film di Ghostbusters in cui sono presente, Ghostbusters: Frozen Empire

Sono anche un grande fan di The Real Ghostbusters (la serie animata) e quella serie è stata un punto di riferimento per questo film. I registi hanno voluto realizzare un lungo episodio della serie animata. Quindi, se amate quella serie come me, siate entusiasti”.

E Jason Reitman ha così commentato il suo post: “Da tutta la mia famiglia, grazie per essere un Ghostbuster!“. Non stiamo piangendo, abbiamo solo una famiglia in un occhio!

Da quando è stato reso online, molti hanno commentato sui social l’impressione di vedere, per inquadrature e una struttura della storia, un possibile omaggio a The Real Ghostbusters. Al di là che pubblicheremo un dossier sul prossimo numero della Newsletter che approfondirà ogni aspetto del trailer, possiamo condividere questo ragionamento su come l’attività degli acchiappafantasmi si è sviluppata nel primo film, ma è nel cartone animato che diventa un lavoro avviato e a pieno ritmo, mentre nel secondo film si era fermata per poi ripartire per un breve periodo, cadere in disgrazia e in parte ereditata nel terzo, e ora, nel quarto, tornata a pieno regime, chissà con quanti membri e sedi. Quindi questa affermazione di Kumail ci aiuta a capire le intenzioni degli sceneggiatori che, per il momento, non hanno ancora rilasciato interviste. Ma tranquilli, ieri il trailer –  che ha totalizzato 8,3 milioni di visualizzazioni solo nel profilo Youtube di Ghostbusters – è stata solo la punta…dell’iceberg.

Hasbro lancia la nuova campagna Ghostbusters!

Dopo il successo del progetto Haslab relativo allo zaino protonico di Spengler Plasma Series da Ghostbusters Afterlife, ora Hasbro propone qualcosa di davvero speciale per i fan e i collezionisti: l’attesissimo HasLab Plasma Series Due in uno, con un set collezionabile che include PKE e Ghost Trap!

Hasbro Pulse EU ha aperto l’opportunità di sostenere il prodotto tramite crowdfunding al prezzo di 349,99 € IVA inclusa e con spedizione gratuita per i membri Pulse Premium oppure con spese di spedizione di 5 € per tutti gli altri. Il periodo per sostenere il progetto per questa campagna é già cominciato e terminerà il 12 dicembre 2023 alle ore 05:59 CET. Se la campagna raggiungerà l’obiettivo minimo di 10.000 finanziatori entro il termine del periodo il progetto verrà ritenuto finanziato ed il sostegno diventerà a tutti gli effetti un ordine e il pagamento verrà addebitato. Il prodotto finanziato tramite crowdfunding andrà quindi in produzione, e si stima che gli ordini saranno consegnati entro e non oltre il mese di dicembre 2024.

Clicca per effettuare il pre-ordine in Italia.

Non solo, se entro i 44 giorni rimasti si raggiungeranno oltre 18,000 sostenitori, diversi i prodotti che saranno sbloccati. E nel dettaglio:

  • LO SBLOCCO STARTUP SOPRANNATURALE – 12.000 sostenitori
    – Poster blu formato 18 x 24 dei progetti del P.K.E. Meter e della Ghost Trap
    – Pacchetto adesivi
    – Set di 5 carte ESP
    Screen-accurate replica della patch dell’84 No Ghost
  • LO SBLOCCO TRAPPOLA PER FANTASMI NASCONDIGLIO SICURO – 15.000 sostenitori
    – Porta Trappola Fantasma
    – Toppa esclusiva HasLab
  • LO SBLOCCO RILEVAZIONE ENERGIA PSICOCINETICA – 18.000 sostenitori
    – Porta PKE Meter
    – patch Mini-Puft No logo.

 

“Ghostsmashers” e il multiverso incompreso

Da diversi giorni circola un poster che riportiamo qui sotto assieme ad altre immagini, e i commenti sono andati fuori controllo. Il più gettonato, “è fake”. Ma in verità, dire che è un falso è la cosa più ovvia e permetteteci di dire sbagliata da dire in questo caso: basta andare nel post originale di Instagram e scoprire che l’ha realizzata un artista di nome Ivo Mulder, specializzato in “multiversi”. Quindi è volutamente un “fake” o comunque una immagine alternativa del film Ghostbusters riallacciandosi ad alcuni elementi storici dello sviluppo del film a cominciare dalla prima bozza scritta da Dan Aykroyd e intitolato appunto “Ghostsmashers”.

 

La didascalia descrive quello che succede in questo alternativo Ghostbusters: “nel 1981, “Ghostsmashers” di Ivan Reitman era quasi completato quando John Belushi purtroppo morì e la produzione fu interrotta per alcuni mesi. Quando le riprese ripresero, Eddie Murphy, John Candy e Paul Reubens non poterono riprendere i loro ruoli a causa di altri obblighi contrattuali (rispettivamente per Beverly Hills Cop, Splash e Pee-Wee’s Big adventure). I loro ruoli vennero rimpiazzati e il film venne terminato come “#Ghostbusters”. Il materiale promozionale è emerso dagli archivi della Columbia Pictures. Non abbiamo nessuna paura dell’AI!”

AI: intelligenza artificiale. Multiverso, non fake, eppure Doctor Strange lo avevamo visto tutti, no?

E per la gioia di chi vorrebbe per forza precisare le informazioni riportate nella didascalia, raccontiamo volentieri la vera genesi di Ghostsmashers.

Background

Alle origini del primo copione, c’era Dan Aykroyd e la sua passione per i fantasmi, cresciuta con l’influenza degli studi sull’argomento del nonno e del padre. “Avevo lasciato il Saturday Night Live nel 1979”, disse, “e stavo leggendo di fisica quantistica e parapsicologia. Ho iniziato a pensare a tutte quelle vecchie commedie di fantasmi dei Bowery Boys, Bob Hope, Gianni e Pinotto”. Nel 1980 e nel 1981 aveva girato due film con John Belushi, suo partner da tempo e metà dei Blues Brothers: l’ultimo film, “I vicini di casa”, era andato sotto le aspettative e si decise di dividere la coppia per dedicarsi a film solisti, in attesa di progetti migliori. Belushi va però sotto pressione, e ha una pesante ricaduta nelle droghe. Dan aveva cominciato a sviluppare un’idea su una squadra che acchiappa i fantasmi per girarlo con John, e ridargli la fiducia perduta. Come ha spesso raccontato, quando gli telefonarono della morte del suo amico nel 1982, Dan stava scrivendo una frase del personaggio che Belushi avrebbe dovuto interpretare.

Con le dovute ragioni, Dan abbandonò momentaneamente l’idea. Nell’aprile del 1982, sulla stampa si parlò di una ripresa del progetto per la Universal con Richard Pryor, e a dicembre il nome di Pryor fu sostituito con quello di Bill Murray. Intanto lo script di Ghostsmashers era pronto alla ricerca di un regista.

Le premesse del primo script

Ghostsmashers (letteralmente, “Gli schiaccia fantasmi”) era ambientato nel futuro, esattamente nel 2012. “Nella sceneggiatura originale di Dan”, disse Harold Ramis, “ricordo che c’era un piccolo prologo in cui si diceva che le onde elettromagnetiche di un forno a microonde avevano fatto un buco nel nostro involucro di realtà, e che spiriti ed entità dall’altro lato entravano nella nostra realtà attraverso questi buchi, il che era fantastico. La sceneggiatura di Danny iniziava con gli Acchiappafantasmi già in attività. Gli eventi paranormali si verificavano in tutta New York e gli Acchiappafantasmi erano una sorta di franchise già affermata”. In questa versione un gruppo di cacciatori di fantasmi viaggiava attraverso il tempo, lo spazio e altre dimensioni per affrontare i fantasmi. I protagonisti di questa storia erano Stantz, Venkman e Ramsey, ma nella bozza non c’era scritto nulla che differenziasse i personaggi fra loro: erano i “buoni” di una organizzazione che aveva anche squadre di “cattivi”. Un fantasma chiamato “testa di cipolla” era già presente, ma il fulcro della storia era una voragine che si apriva nel New Jersey rendendola un gigantesco inferno. Fra le entità catturate, c’era il terror dog Zuul. In qualche modo era tenuto prigioniero da Shandor, il datore di lavoro dei Ghost Smasher (sì, esatto!). Ma Zuul era l’animale preferito di Gozer, l’onnipotente dominatore della sesta dimensione, che non si sarebbe fermato davanti a nulla per recuperarlo. Fra le varie manifestazioni di Gozer, verso metà della storia, era già previsto lo Stay Puft. Come si legge in un paragrafo del libro “Making Ghostbusters” (1985), “una delle prime cose ad essere eliminate è stato l’intero finale della bozza originale di Aykroyd: una serie di eventi che culminavano con i tre acchiappafantasmi trasportati in dimensioni alternative”.

Fra le varie note interessanti, il veicolo degli acchiappafantasmi era un’ambulanza Cadillac del 1975, verniciata di nero e dotata di luci bianche lampeggianti e luci stroboscopiche viola, con un’avanzata capacità di smaterializzazione per consentire alla squadra di eludere la polizia. (per la cronaca, anche quella del 1959 prevista nel copione finale di Ghostbusters, era nera).

Il cast

Aykroyd scrisse questo copione pensando a Belushi, come si è detto, e in seconda battuta a Eddie Murphy. Molte fonti hanno concordato che Murphy, reduce dal successo di 48 ore e di Una poltrona per due, girato con Dan, rifiutò perché impegnato con Beverly Hills Cops, ma è un errore: il progetto non partirà prima dell’aprile del 1984, quando Ghostbusters era in fase di post-produzione. Molto più verosimilmente Murphy era più interessato di aspettare che Beverly Hills Cops venisse confermato per avere un ruolo di totale protagonista, in un periodo di fase di lancio della sua carriera (una mossa astuta, come si vedrà). Altro nome che poi slitterà sarà John Candy, nel ruolo di Louis Tully, ma nella prima bozza di Aykroyd questo personaggio ancora non era stato scritto: tuttavia Dan, che conosceva molto bene Candy dai tempi del Second City, era convinto di averlo nel cast, ma a Ivan Reitman non piacevano i suggerimenti dell’attore sul personaggio, totalmente incentrati su una figura di eccentrico anglo tedesco con forte accento e al seguito di due pastori tedeschi. Secondo il libro “A convenient Parallel Dimension” (2021), di James Greene, Jr., Candy in verità costava parecchio alla produzione, perché era passato da tempo ai ruoli da protagonista. Fu lo stesso Candy ad ammetterlo in una intervista del 1986: all’epoca aveva un contratto con la Disney che gli garantiva 350,000 dollari a film, una cifra che il produttore di Ghostbusters non volle pagare. Comunque Reitman ci guadagnò lo stesso, affidando la parte a Rick Moranis, più economico e disposto a stravolgere il suo personaggio in un nerd.

Sul coinvolgimento di Paul Reubens, recentemente scomparso, ci sono dei dubbi, ma tutte le fonti confermano che fosse una prima scelta dei cineasti coinvolti, fino a quando lo stesso Reitman decise che avrebbe avuto l’aspetto di una maligna femmina dall’aspetto androgino molto contemporaneo.

Il ricordo di Bernie Brillstein

Dal suo libro “Where did I go right?” (1999), Bernie Brillstein, agente di John Belushi e produttore esecutivo di numerosi cult – The Blues Brothers, Ghostbusters, Ghostbusters II, Dragnet e Il rompiscatole, fra questi – racconta secondo il suo punto di vista come si arrivò a Ivan Reitman.

“Danny venne nel mio ufficio al 9200 di Sunset Boulevard e mi disse: «Ricordi la mia idea per quel film? L’ho veramente sviluppata». Per un attimo non ho capito di quale film stesse parlando. Poi mi sono ricordato che aveva lavorato a un’idea per John, Bill Murray e lui stesso. Qualcosa sui fantasmi. Poi John è morto. Ho pensato che avesse dimenticato tutto. Invece, venne in ufficio e mi raccontò la storia di tre professori/scienziati di parapsicologia disoccupati che aprono un’attività di rimozione di fantasmi, intrappolando spiriti fastidiosi, infestazioni e poltergeist in cambio di denaro. Poi si imbattono in un passaggio verso un’altra dimensione attraverso la quale presto irromperà un male incredibile. La loro missione: salvare New York e il mondo. Mi piacque molto. Danny continuò a spiegare l’aspetto e la pericolosità della cosa. «Bernie», disse, «hai presente gli edifici di New York, lungo Central Park, con le gargolle e tutto il resto, come il Dakota… ?». Danny è molto tecnico. Se deve sapere qualcosa, si impegna al massimo e diventa un esperto. Poi disse: «La scena finale è.…» e tirò fuori dalla borsa una foto di Mr. Stay-Puff, l’uomo dei marshmallow, che camminava per le strade di New York. Oggi tutti nel mondo si prendono il merito di Ghostbusters – che in origine si chiamava Ghostsmashers – ma tutto è iniziato con Danny. (Danny ha anche insegnato a Belushi il blues, poi ha lasciato che John continuasse come se l’avesse inventato lui. Se ha trascurato qualcosa nel corso degli anni, è il suo talento di scrittore. Mi piacerebbe che tornasse a farlo.). Poi disse: «Per non rovinare tutto, dammi un dollaro e potrai controllarlo». Capii subito perché Danny aveva detto così. Il mondo del cinema lo spaventava. Ne comprendeva l’infedeltà. Si lasciava sedurre facilmente. Pensava che se mi avesse lasciato “controllare” il progetto, sarebbe stato al sicuro. Aveva ragione. Avrei fatto del mio meglio per evitare che qualcuno si approfittasse di lui. Presi un dollaro dalla tasca, glielo consegnai e diventai il guardiano. Danny aveva già scritto circa sessanta pagine di Ghostbusters. Non scrive le sue sceneggiature in forma standard; più spesso sono risme di dialoghi e appunti. Naturalmente Mike Ovitz era a conoscenza del progetto, così decidemmo di mostrare il materiale a Sean Daniel della Universal. Daniel lo diede a John Landis, a cui all’epoca dava tutto. Landispassò. Non posso dire con certezza cosa sia successo dopo o come, se non che in qualche modo Ivan Reitman, l’eventuale regista, ottenne le pagine. Scommetto che Ovitz fu il tramite, dato che rappresentava anche Reitman. Poi è arrivato a Bill Murray, anch’egli cliente di Ovitz – grazie a me, che avevo organizzato quella piccola presentazione tra i due su richiesta di Ovitz. Anche Bill aveva un legame con Reitman, con il quale aveva lavorato a Meatballs. Poi un altro cliente di Ovitz, Harold Ramis, salì a bordo, e aiutò davvero Danny a dare forma alla sceneggiatura. All’improvviso, Ovitz aveva un pacchetto cinematografico che vendette alla Columbia. Io ho firmato come produttore esecutivo per tenere d’occhio Danny. Venni anche pagato”.

Bernie Brillstein ovviamente non approfondisce l’elemento più complicato della storia che a lui deve aver interessato poco: convincere Ivan Reitman e migliorare l’idea di Dan.

Reitman ricorda: “A quel punto Dan aveva scritto solo quaranta o cinquanta pagine, e francamente non avevo idea di come avrei potuto trasformarlo in un film. Per prima cosa, era ambientato nel futuro – non lontano nel futuro, ma abbastanza lontano – e si svolgeva su una serie di pianeti o piani dimensionali diversi. Ed era tutta azione. C’era pochissimo lavoro sui personaggi. Gli Acchiappafantasmi catturavano fantasmi fin dalla prima pagina, e lo facevano in ogni pagina successiva, senza tregua: un fenomeno soprannaturale dopo l’altro. Alla decima pagina ero esausto. Alla quarantesima o alla cinquantesima pagina, per quanto fossero numerose, contavo il budget in centinaia di milioni di dollari. E non c’erano davvero molte risate. Anche se riuscivo a percepire un atteggiamento comico, l’intera storia era scritta in modo piuttosto serio. Alla fine l’ho messo da parte e me ne sono dimenticato”.

Dan Aykroyd, tuttavia, non mollò la presa. Quando la sceneggiatura fu terminata, il 30 gennaio 1983, la sottopose nuovamente a Reitman, completa di illustrazioni concettuali e di una videocassetta che ritraeva se stesso in un’uniforme basata su una tuta da aviazione e con indosso uno zaino protonico realizzato con polistirolo e vecchi pezzi di radio. Con diversi progetti bloccati in varie fasi di sviluppo, Reitman, desideroso di mettere in produzione un film, decise di dare un’occhiata più da vicino a Ghostbusters.

“Quello su cui mi sono concentrato, rileggendo la sceneggiatura”, disse Ivan, “è stato il concetto iniziale davvero brillante di Dan: l’idea di un gruppo di uomini che lavorano in una vecchia caserma dei pompieri e che rispondono alle emergenze proprio come fanno i pompieri. L’unica differenza è che queste emergenze sono di natura soprannaturale e quindi gli Acchiappafantasmi escono, intrappolano i fantasmi e li imprigionano. Dan aveva ideato questo concetto, aveva studiato l’attrezzatura, l’auto e tutto il resto. Aveva anche pensato all’idea di base del logo degli Acchiappafantasmi: il piccolo fantasma all’interno di un segnale di stop. Era una delle poche cose della bozza originale che mi aveva fatto ridere. Ma mi sembrava che il concetto generale fosse stato diluito dall’ambientazione della storia nel futuro e dall’introduzione di elementi fantasy e di altre dimensioni. Così ho chiamato Dan, abbiamo pranzato da Art’s Delicatessen e gli ho detto cosa pensavo si dovesse fare”.

“Subito dopo il nostro incontro a pranzo”, racconta Aykroyd, “Ivan e io andammo nell’ufficio di Harold Ramis che, come quello di Ivan, si trovava nel lotto dei Burbank Studios. In quel momento, Harold stava leggendo un’altra sceneggiatura che avevo scritto sulla polizia canadese. Gli dissi di mettere da parte quella sceneggiatura e di sostituirla con quella di Ghostbusters. Dopo aver dato un’occhiata alla sceneggiatura e aver ascoltato quello che avevamo da dire per circa venti minuti, disse: «Ok, ci sto»”.

Non solo Ramis avrebbe collaborato alla stesura della sceneggiatura, ma sarebbe diventato anche il terzo acchiappafantasmi. Ramsey diventò Winston, e il suo ruolo fu profondamente cambiato, se non ridotto.

Le stesure completate dalla coppia Ramis-Aykroyd furono tutte scritte durante l’estate del 1983. La prima versione, una totale riscrittura del primo draft, fu completata il 6 giugno 1983. Notevoli cambiamenti al copione sopraggiunsero con la successiva versione del 6 luglio. Al tempo della terza bozza completata il 5 agosto ’83, il film era arrivato molto vicino alla struttura finale, mentre la quarta, del 30 settembre, era una generale rifinitura di quella precedente, con alcune riscritture dovute alle scelte di casting. E a proposito di casting, giusto mettere in chiaro che il ruolo di Egon fu scritto dallo stesso Ramis: fra gli attori inizialmente coinvolti, spesso si leggono nomi come quelli di Steve Guttenberg e Christopher Lloyd, ma questo non corrisponde alla realtà (Lloyd ce lo confermò di persona, anni fa). Documentati invece quelli di Michael Keaton e di Chevy Chase, soprattutto quest’ultimo, che in una intervista del 2012 confermò di non aver fatto il film per sua volontà.

Abbiamo documentato quello che successe quarant’anni fa e di più, omaggiato da questa bellissima immagine che, speriamo, non venga più bollata come “fake” ma un omaggio alle idee matte della Hollywood degli anni ’80.

Andrea Ciaffaroni

L’idea abbandonata dei fantasmi…acchiappafantasmi!

La Sony Pictures Animation aveva avuto un’idea divertente, sicuramente originale: trasformare in acchiappafantasmi gli stessi…fantasmi!

E’ quanto si evince dalla ricca galleria di immagini che si trova nel sito di Michael Kurisnky, il geniale production designer dell’animazione con un curriculum che vanta titoli come Hotel Transylvania 2, molti titoli per la Walt Disney Feature Animation, come Il gobbo di Notre Dame, Hercules, Atlantis, Fantasia 2000, Mucche alla riscossa, e oggi nome di punta della Sony Pictures Animation, a cominciare dal primo film dello studio di animazione in computer grafica, Boog & Elliott a caccia di amici, del 2006, come visual development artist, e poi direttore artistico della commedia 3D di grande successo Piovono polpette. Kurinsy ha condiviso anzitutto due concept art interessanti di Ray Stantz e Peter Venkman, e una immagine interessante di quattro curiosi fantasmi diventati ghostbusters, ma non ci troviamo a New York, bensì in un mondo non definito: come si può vedere dall’immagine qui sotto, si intravede un lago di melma verde, e alle spalle del quartetto di mostri acchiappafantasmi c’è un edificio di servizio taxi con il logo “no ghost” e inquietanti attività paranormali nel cielo. Sebbene questa rivisitazione di Ghostbusters probabilmente non vedrà mai la luce, come già riportato in precedenza la Sony Pictures Animation sta attualmente lavorando a un lungometraggio completamente diverso diretto da Jennifer Kluska e Chris Prynoski e scritto da Brenda Hsueh, e una serie Netflix.